Coronavirus

Il virus blocca la Cina. Tornano 60 italiani: "In quarantena per due settimane"

British e Lufthansa fermano i voli, da Toyota stop agli impianti. Via ai rimpatri, si riunisce l'Oms

Il virus blocca la Cina. Tornano 60 italiani: "In quarantena per due settimane"

Rientreranno oggi a Roma parte dei circa 60 italiani che erano rimasti bloccati a Wuhan, la città cinese epicentro dell'epidemia di polmonite virale che sta preoccupando tutto il mondo. Un volo con a bordo personale medico specializzato organizzato dal ministero degli Esteri in coordinamento con quelli della Difesa e della Sanità e con l'Istituto Spallanzani per le malattie infettive rimpatrierà in modo sicuro i nostri connazionali che hanno chiesto di rientrare (alcuni hanno scelto di rimanere). «Stiamo lavorando per essere pronti al rimpatrio entro 48/72 ore - ha detto ieri sera il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri. L'ipotesi di lavoro è quella di un atterraggio, a due giorni da oggi, di un aereo civile sotto l'egida militare. Stiamo valutando dove far proseguire la quarantena che certamente ci sarà, limitata a un quindicina di giorni, che è il periodo d'incubazione del virus». Una parziale correzione di tiro rispetto a quanto annunciato poco prima dal direttore scientifico dell'Istituto Spallanzani di Roma, Giuseppe Ippolito, che aveva escluso la «quarantena automatica», a favore della valutazione dei singoli casi. Altri Paesi hanno fatto scelte più radicali: per esempio l'Australia ha deciso di mettere in quarantena i suoi concittadini rimpatriati dalla Cina nella remota isola di Christmas nell'Oceano Indiano, alloggiandoli presso una struttura realizzata per gli immigrati clandestini provenienti dall'Indonesia.

Mentre in Europa i casi confermati sono ancora sporadici (si è arrivati a quattro in Germania e a tre in Francia), in Cina i numeri dell'epidemia continuano a crescere anche se unico dato relativamente incoraggiante in un panorama di diffusa preoccupazione il ritmo dell'incremento dei casi è leggermente calato. Ieri è stata raggiunta la soglia dei seimila ammalati (ma sono quasi diecimila i casi sospetti ufficialmente in osservazione), mentre le vittime sono arrivate a un totale di 132: questo significa che in una giornata sono morte a causa del coronavirus altre 25 persone. Questi dati sono importanti perché indicano che è stato già superato il numero totale di ammalati che erano stati registrati in occasione della epidemia di Sars che aveva colpito la Cina nel 2003, la quale però aveva un tasso di mortalità più elevato. Tutto questo mentre l'epidemia è ancora in fase di espansione, e mentre non è ancora chiaro quali siano le reali dimensioni dell'emergenza sanitaria. Si sta tra l'altro cercando di fare delle previsioni riguardo l'evoluzione del contagio: Zhong Nanshan, l'esperto virologo che il governo di Pechino ha messo al vertice della struttura incaricata di fronteggiare la crisi, ritiene che il picco dei casi potrebbe essere raggiunto già tra una decina di giorni, ma altri studiosi sono meno ottimisti e si aspettano che l'epidemia continuerà a espandersi fino a marzo o ad aprile, quando le temperature più alte cominceranno a determinare condizioni meno favorevoli per la sopravvivenza del virus 2019-nCoV. Intanto saltano i mondiali indoor di atletica in Cina. Le gare in programma a Nanjing a marzo non si terranno, e saranno posticipate a marzo dell'anno prossimo. Nel frattempo, oltre agli esseri umani, anche l'economia continua a subire colpi molto duri. Alcuni esempi: la casa automobilistica giapponese Toyota ha sospeso la produzione nei suoi stabilimenti in Cina fino al 9 febbraio, i grandi centri di vendita dell'Ikea sono stati chiusi, così come i caffè della catena americana Starbucks e i fast food McDonald's. British Airways e la compagnia di bandiera tedesca Lufthansa hanno sospeso i voli da e per la Cina, e anche la Casa Bianca sta valutando con le compagnie aeree americane se prendere misure analoghe. In questo quadro, non sorprende che la Borsa di Hong Kong, ieri alla riapertura dopo la lunga vacanza per il Capodanno lunare cinese, abbia fatto registrare un calo secco del 3 per cento.

Le Borse cinesi, invece, riapriranno solo lunedì prossimo, dopo che il governo di Pechino ha deciso precauzionalmente il prolungamento delle festività.

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