Dopo Ferragosto il Covid si è spiaggiato. I numeri di questi giorni segnalano un rallentamento dei contagi (ieri c'è stata una diminuzione di 185 casi rispetto al venerdì della scorsa settimana facendo scendere l'incidenza mobile dei contagi. Una circostanza che la cabina di regia ha voluto «festeggiare» lasciando tutta l'Italia in bianco anche per la prossima settimana. Anche la Sicilia salvata da un riconteggio dei posti letto in terapia intensiva. Anche l'Agenas, l'Agenzia per i servizi sanitari regionali, ieri ha preso atto del make-up, correggendo il numero dei posti letto in terapia intensiva a disposizione della Sicilia, che sono saliti da 725 a 911. Un «ritocco» che ha consentito all'isola di scongiurare la zona gialla, facendo scendere la percentuale dell'occupazione dei posti di emergenza dall'11,49 per cento al 9,11. La Sicilia è già oltre per le aree non critiche (17,68 per cento) e per l'incidenza dei contagi (164,25 ogni 100mila abitanti negli ultimi sette giorni). La prossima settimana rischia anche la Sardegna, che è a 11,17 per cento per le aree non critiche, al 9,31 per le terapie intensive e a 156,55 contagi settimanali ogni 100mila abitanti.
Sicilia e Sardegna sono le pecore nere di un Paese che sta riuscendo a tenere sotto controllo i numeri ospedalieri, quelli che ormai contano di più ai fini della colorazione delle regioni. L'occupazione dei reparti in area non critica resta ragionevolmente lontana dai tetti di primo allarme fissati dal ministero della Salute: il 6,55 per cento in area non critica (limite per entrare in zona gialla il 15 per cento) e 5,14 per cento in terapia intensiva (limite per entrare in zona gialla il 10 per cento).
Il report settimanale del ministero della Salute e dell'Iss registra anche un calo dell'indice Rt in Italia a 1,1 contro 1,27 della scorsa settimana, che si mantiene tuttavia al di sopra della soglia epidemica. Il report avverte che l'elevata proporzione di soggetti giovani e asintomatici evidenziata dai dati epidemiologici pubblicati dall'Istituto Superiore di Sanità va considerata nella lettura di queste stime di trasmissibilità.E un calo pur se lieve dell'incidenza dei contagi, che ieri era a 73,32 casi ogni 100mila abitanti e la scorsa settimana, il 13 agosto, era a 74,45.
Insomma, i segnali che arrivano dalle cifre sono piuttosto rassicuranti, anche se il confronto con quello che accadeva di questi tempi l'anno scorso può preoccupare. Ma la situazione in realtà non è così preoccupante. Vediamo perché: l'anno scorso il 20 agosto si contavano 845 nuovi contagi, molti in meno rispetto ai 7.224 di ieri. Un effetto del rigidissimo lockdown da cui uscivamo e dalla riapertura a tappe di tutte le attività, che aveva rallentato il diffondersi del virus. Ma il trend era in aumento: il 29 agosto si sarebbe toccata quota 1.462, e dopo un settembre stabile a ottobre ci sarebbe stata l'esplosione, con 2.499 nuovi contagi il 2, 5.372 il 9, 10.925 il 17 e 31.758 il 31. Un boom decisamente improbabile in questo 2021 in cui il plateau della quarta ondata sembra arrivato e da qui a settembre sembra probabile un calo dei contagi.
Il confronto porta poi altri elementi di rassicurazione: il 20 agosto 2020 c'erano stati solo 77.442 tamponi contro i 220.656 di ieri. Inoltre attualmente ci sono 131.462 positivi e questo vuol dire che è ricoverato il 3,15 per cento dei contagiati, è in terapia intensiva lo 0,35 per cento e ogni giorno muore meno dello 0,037.
Il 20 agosto era ricoverato il 6,31 per cento dei positivi, in terapia intensiva lo 0,45 e morto lo 0,040. Insomma, ci si contagia di più perché siamo più rilassati, ma il virus è molto meno pericoloso. Merito dei vaccini, che un anno fa non c'erano.
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