Avvicinandosi la scadenza che l'Europa ci ha dato per sistemare i conti pena l'apertura della procedura d'infrazione, la maggioranza gialloverde e i suoi portavoce sostengono che c'è una parte d'Italia - immaginiamo noi compresi - che sta tifando perché il peggio accada. È lo stesso complesso che aveva Matteo Renzi, il quale come ricordate vedeva gufi ovunque ed è finita come sappiamo. La questione, ovviamente, è ben diversa. Noi, per esempio, tifiamo per una sola cosa, cioè che l'Italia riprenda a crescere. Se questo avviene con o senza il consenso dell'Europa, chi se ne frega. Preferirei l'onta di una bocciatura su un progetto economico per noi vantaggioso e che ci facesse crescere a una promozione su un non-piano che lascerebbe le cose come stanno se non peggio.
Chi pensa che la «promozione» sia salvifica a prescindere dal contenuto si comporta come chi, negli anni Settanta, all'università esultava per il 6 politico e non capiva che così facendo si stava rovinando lui - che rimaneva ignorante - e l'intero sistema universitario. Nel confronto con l'Europa non vogliamo il 6 politico, né la sufficienza barattata - nel complicato risiko delle nuove poltrone europee - con il nostro magari decisivo assenso a qualche nomina prestigiosa e contesa a questo o quel Paese.
Per il resto, in questa partita tifiamo Italia ma siamo nella condizione dei tifosi dell'Italia calcistica di Ventura, eliminata dai mondiali. Era evidente che quella squadra non sarebbe andata lontana anche per colpa di un tecnico inadeguato. Eppure abbiamo tifato, sperato contro ogni logica. Se per un colpo di fortuna quella squadra avesse fatto un gol decisivo nella notte di San Siro contro la Svezia, poco sarebbe cambiato. Ci saremmo schiantati comunque, solo un po' dopo.
Con questo governo siamo nella stessa situazione: siamo la triste e mediocre Italia di Ventura, senza schemi, senza talento, senza coraggio.
Vincere questa partita con l'Europa, paradossalmente, peggiorerebbe solo le cose perché farebbe credere a questo governo di essere un campione quando è oggettivamente un brocco. Il problema da risolvere non è con l'Europa, ma con gli italiani. Che si aspettavano un gol e devono invece subire un eterno è inutile catenaccio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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