Una volante non ha fermato il padre killer di Chieti

La polizia ha lasciato che Filippone andasse dalla figlia. La moglie uccisa con la scusa di un "selfie"

Una volante non ha fermato il padre killer di Chieti

«Facciamoci un selfie in balcone». Fausto Filippone aveva progettato tutto, anche le parole da usare domenica per attirare la moglie Marina Angrilli accanto a sé, fuori dall'abitazione di Chieti Scalo, per poi spingerla di sotto. Ma il manager, forse, poteva essere fermato da una volante prima di concludere il suo disegno di morte. E questo ora è il punto centrale.

L'autopsia, eseguita dal medico legale Cristian D'Ovidio, non lascia dubbi e conferma che la fine della donna, insegnante di lettere a Pescara, non è stata causata da malore o da un incidente, ma è un lucido disegno criminale che si è concretizzato pian piano nella mente del marito. Perché? Mania di controllo su tutto e tutti, una delusione in ambito familiare, gelosia o solo l'ombra della depressione, che si è allungata insidiosamente dentro di lui da quando la madre è morta nello scorso agosto?

Manca questo tassello, il movente, a un puzzle che sembra quasi ultimato. Una storia fatta di scuse, come quella di lasciare la figlioletta Ludovica ai parenti materni per andare a comprare con la moglie una lavatrice in un centro commerciale. Ma la coppia domenica non è entrata in alcun negozio: si è solo recata nell'appartamento dal quale Marina è volata giù. Filippone è rimasto a guardare, senza far nulla, mentre il medico Giuliano Salvio, il primo a notare quel corpo insanguinato per strada, si dava da fare, dopo aver chiamato i soccorsi. Il manager, invece, camminava nervosamente avanti e indietro, in trance, non l'ha accompagnata in ospedale, ma si è lasciato tutto alle spalle per terminare il suo macabro progetto. Si è allontanato, libero di farlo, nonostante sul posto fossero arrivate le ambulanze e i poliziotti, che non lo hanno impedito. Un particolare finito già nel fascicolo della Procura. «È difficile poter credere che sia sfuggito l'atteggiamento di questa persona, distaccata, in preda ad uno stato che non aveva un aspetto di normalità - dice Francesco Angrilli, fratello di Marina -. Faccio fatica a credere che questo possa essere sfuggito ad una pattuglia di polizia». Filippone è stato lasciato libero di agire. E, promettendo una sorpresa alla figlia, è andato a prelevarla a via Punta di Penna, dove era con la nonna e gli zii, per trascinarla verso il baratro, mano nella mano, e scaraventarla giù dal viadotto della A14, facendola volare per 40 metri.

Un orrore che giustifica i funerali divisi chiesti dalla famiglia Angrilli, che saranno celebrati domani per Marina e

Ludovica. Lontano da quel padre-marito assassino, che qualche mese fa aveva chiesto il porto d'armi per il tiro a volo. Ma, forse, nell'incertezza del rilascio, ha scelto un piano alternativo per cancellare la sua famiglia.

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