L’abrogazione della legge Mancino è una storica battaglia della Lega, rilanciata quest’oggi dal ministro della Famiglia (e del Carroccio) Lorenzo Fontana.
Il leghista ha ottenuto in risposta ondate di proteste e altrettante sponde, tra cui quella di Matteo Salvini, che già quattro anni fa – nella primavera del 2014, per l’esattezza – presentò il suo programma politico nel quale si chiedeva a gran voce anche la cancellazione della legge datata 1993 sui reati di opinione.
La proposta del Carroccio si inseriva in un referendum abrogativo per il quale l’allora neosegretario, appena succeduto a Bossi, organizzò la raccolta delle firme. Una battaglia all’epoca persa, visto che i leghisti non riuscirono a raggiungere il quorum necessario delle 500mila sottoscrizioni.
Era invece il 17 settembre 2017 quando a Pontida, Salvini rilanciò quel cavallo di battaglia mai dimenticato. E sul palco dello storico raduno verde disse annunciò: "La Lega al governo proporrà un progetto di legge per avere giudici eletti direttamente dal popolo. E chi sbaglia paga.
E siccome siamo un movimento nato per la libertà, cancelleremo la legge Mancino e la legge Fiano. Le storie e la legge non si processano. Fanno il processo al ventennio mussoliniano e poi si comportano come il regime nel 1925 che imbavagliava chi non la pensava come volevano".
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