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Whatsapp e la "necessità" di mentire

Da un po' di tempo a questa parte, Mark Zuckerberg cerca di raddrizzarsi come un surfista sull'onda

Whatsapp e la "necessità" di mentire

Da un po' di tempo a questa parte, Mark Zuckerberg cerca di raddrizzarsi come un surfista sull'onda. Prima ha cambiato il nome della sua più celebre creatura, Facebook, in Meta (anche se tutti, imperterriti, continuano a chiamarlo Facebook), poi ha annunciato che l'intero social network subirà delle modifiche strutturali (avrebbe pensato a qualcosa di più simile a Tik Tok, per intendersi) da quando, lo scorso luglio, il colosso ha registrato il primo calo degli utili nella sua storia e l'ex ragazzo prodigio è stato costretto a proporre poderosi sconti agli inserzionisti pubblicitari. Di ieri la notizia che sta per cambiare anche Whatsapp. Qualche accorgimento per «proteggere i vostri messaggi e mantenerli privati e sicuri come nelle conversazioni di persona» ha detto Mark. In sostanza, si andranno a togliere funzioni. Mentire è una necessità sociale e le prodezze tecnologiche di Whatsapp lo rendono impossibile. Quindi per progredire, toccherà tornare indietro: praticamente agli sms. Siamo troppo poco brave persone per riuscire a gestire tutti i risvolti che il sistema di messaggistica gratuita sottintende. Quindi, d'ora in avanti, si potrà uscire dalle chat di gruppo senza avvisare tutti i partecipanti, decidere chi può vedere quando se si è online e impedire gli screenshot dei messaggi visualizzabili una sola volta. Vale a dire, consentire vigliacche defezioni dalle chat di gruppo senza farsi notare né fornire spiegazioni (non vedrete più la tombale scritta «tizio... ha abbandonato»); vale a dire poter impedire al marito, alla moglie, all'amante che scrutano il vostro «stato» come un pescatore artico scruta un buco nel ghiaccio, di capire se siete «online» o meno e da quando ci siete o quanto ci siete stati e a che ora («cosa ci facevi online alle 4 del mattino?!»); vale a dire che sarà impossibile fotografare e riproporre i messaggi o le immagini nati appositamente per essere visti una sola volta e da un solo destinatario. Vale a dire che, se non avessimo usato tutto male, non ci sarebbe stato bisogno di eliminare tutto. Vale a dire che per mantenere rapporti civili, evitare di sfasciare matrimoni, mettersi nei guai col capo, impedire di tradire la fiducia altrui, bisogna che ci rimettano nelle condizioni di non sapere e di non nuocere. Non una gran dimostrazione di autogestione o buonsenso o discrezione. Bisogna rendere la tecnologia più insipida e quindi più innocua. Bisogna toglierle le funzioni che portano all'autodistruzione, una specie di tasto di emergenza al contrario. Silenziare, spegnere, disattivare.

A dimostrazione di quanto siamo in imbarazzo con il futuro.

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