Whatsapp, nelle chat solo 20 contatti

Restrizioni contro la valanga di fake news. L'ultimo scandalo in India

Whatsapp, nelle chat solo 20 contatti

Ricevi, leggi, inoltra a tutti i contatti. Bastano due clic su Whatsapp per diffondere il panico tra decine di migliaia di persone. Anche senza motivo. Lo dimostra l'India, dove nelle ultime settimane l'isteria collettiva scatenata dai messaggi ricevuti sugli smartphone ha portato al linciaggio di più di 20 persone: scambiate per rapitori di bambini, la loro unica colpa è stata in realtà quella di trovarsi nel posto sbagliato nel momento sbagliato. Le crescenti dimensioni del fenomeno hanno costretto l'app a intervenire, introducendo limiti nell'inoltro per tutti gli utenti e misure specifiche per l'India.

In uno dei primi video che hanno scatenato il panico si vedono due uomini a bordo di un motorino che avvicinano un gruppo di bambini e se ne portano via uno. Il filmato - diventato virale su Whatsapp, che in India ha un miliardo e mezzo di iscritti - finisce qui. La versione originale, però, prosegue con i due che tornano e rilasciano il piccolo, mostrando un cartello che dice: «Ci vuole solo un attimo per rapire un bambino dalle strade di Karachi». Il video, infatti, era parte di una campagna di sensibilizzazione sul tema promossa dal governo pakistano (Karachi è la città più popolosa del Paese). Non si sa chi l'abbia manomesso e l'abbia diffuso così. Altri messaggi che girano tra le chat parlano di «200 rapitori di bambini arrivati in città» e si raccomandano di «stare vigili». Una delle prime vittime della paura incontrollata è stata, a maggio, una 65enne, Rukmani, che insieme a 4 familiari si stava recando in visita a un tempio nello Stato del Tamil Nadu. Sulla strada hanno trovato una folla inferocita che li aspettava: hanno assalito la loro auto, li hanno tirati fuori a forza e picchiati con ferri, bastoni, mani e piedi, come mostrano i video - anche quelli - circolati online. La donna è morta per i colpi subiti. A giugno, invece, è stata la volta di Kaalu Ram, 26 anni. Arrivato a Bangalore, nello Stato di Karnataka, in cerca di lavoro, anche lui è stato scambiato per un rapitore di bambini ed è stato picchiato a morte. Un video lo mostra con mani e piedi legati, trascinato per le strade della città. L'elenco prosegue: a inizio luglio nel Maharashtra 5 persone sono state linciate dopo essere state viste parlare con un bambino in un mercato. L'ultimo episodio riportato dai media risale invece al 13 luglio, quando il 27enne Mohammad Azam e 2 amici sono stati attaccati da una folla di 2mila persone, sempre nel Karnataka. Secondo la polizia i tre amici si sarebbero fermati fuori da una scuola e avrebbero offerto del cioccolato agli alunni.

La fobìa dei rapimenti di bambini in India è motivata dal fatto che ogni anno sono decine di migliaia i piccoli che spariscono nel nulla, condannati alla prostituzione o al traffico degli organi. Ma i 24 morti registrati da maggio a oggi hanno mostrato a cosa può portare la disinformazione e hanno convinto Whatsapp a prendere provvedimenti. La scorsa settimana la società, acquistata da Facebook nel 2014, ha comprato alcune pagine sui principali quotidiani indiani per spiegare, in inglese e in hindi, come distinguere le notizie vere dalle bufale. Ieri, invece, l'app ha annunciato novità più drastiche, anche se per ora in forma di test. Se finora i messaggi potevano essere inoltrati a 250 contatti contemporaneamente, permettendo di far arrivare quel contenuto in pochissimo tempo a migliaia di persone, ora il limite scende a 20 contatti.

Per l'India, invece, sono state pensate novità ad hoc: lo stesso messaggio potrà essere inoltrato solo a 5 chat e sarà eliminato il tasto di inoltro rapido presente di fianco ai contenuti multimediali. La società, che si è detta «sconvolta» dai linciaggi, ha detto di sperare che questi cambiamenti «aiuteranno Whatsapp a rimanere un'app sicura e affidabile per comunicare con amici e parenti, il motivo per cui è nata».

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