Un'altra visita eccellente a sorpresa. E un'altra rimozione eccellente a sorpresa. Volodymyr Zelensky incontra a Kiev la Segretaria al Tesoro americana, Janet Yellen, una settimana dopo il viaggio del presidente, Joe Biden. E lo fa poche ore dopo aver licenziato il comandante delle forze militari congiunte, Eduard Moskalov. Il leader ucraino riceve così la conferma del pieno sosteno statunitense alla causa ucraina mentre lavora per garantire la piena efficienza delle operazioni militari.
«La lotta dell'Ucraina è la nostra lotta, per i nostri valori condivisi di democrazia, diritto all'autodeterminazione e per un ordine internazionale che promuova la pace e la prosperità» ha detto Yellen, che ha annunciato la consegna della prima tranche di 1,25 miliardi di dollari (di un pacchetto di 9,9) e ha anche voluto ricordare l'orgoglio degli Stati Uniti «di essere il più grande donatore dell'Ucraina». «Ad oggi, abbiamo fornito quasi 50 miliardi di dollari di assistenza, oltre 14 miliardi di assistenza economica. Nei prossimi mesi erogheremo altri 8 miliardi», ha aggiunto la Segretaria al Tesoro Usa, che ha anche elogiato l'impegno dell'Ucraina «allo sradicamento della corruzione e all'attuazione delle riforme». Proprio in un'ottica anti-corruzione potrebbe rientrare l'ennesima rimozione avvenuta ieri ai vertici del potere ucraino, in pieno conflitto. Prima di ringraziare Yellen per l'aiuto finanziario ricevuto dagli Usa e chiedere nuove sanzioni sulla Russia, Zelensky ha licenziato ieri il comandante delle forze militari congiunte, il generale Eduard Moskalov, nominato poco dopo l'inizio dell'invasione russa, lo scorso marzo, e che guida anche le operazioni in Donbass. Il presidente ucraino non ha giustificato la sua decisione, che potrebbe essere figlia di un'operazione di repulisti iniziata a gennaio con l'allontanamento del viceministro della Difesa, Vyacheslav Shapovalov, e di altri esponenti del ministero, tra cui il responsabile per gli appalti Bohdan Khmelnytskyi, e che minaccia, anche se non ha ancora colpito, il ministro della Difesa, Oleksii Reznikov. Non è escluso, tuttavia, che la cacciata di Moskalov possa essere la conseguenza delle difficoltà che le forze ucraine scontano sul campo. Proprio ieri, Mosca ha annunciato di aver abbattuto cinque droni lanciati dall'Ucraina e di aver distrutto un deposito di munizioni vicino a Bakhmut, dove per ammissione dello stesso Zelensky la situazione per le truppe ucraine sta diventando molto difficile. Ma, ben più importante, le forze di difesa aerea russa sono tornate sotto il comando del generale Sergey Surovkin, a capo delle forze aerospaziali, che guida dal 2017.
Surovkin è il generale che dopo essere stato nominato da Mosca comandante della guerra (sostituito da Gerasimov a gennaio) ha avviato i massicci bombardamenti su città e infrastrutture, ma ha perso Kherson. Il suo ritorno potrebbe anticipare una nuova dirompente offensiva aerea, mentre i missili non si fermano.
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