Per politici e giornalisti l’imperativo della brizzolatura

Complimenti a Guia Soncini per aver coniato, attribuendola a un’amica viperina, la categoria estetico-politica degli «inutilmente brizzolati». In verità, su Io Donna, la giornalista applica la perfida definizione a Francesco Rutelli: «Ecco non servivano altre spiegazioni. La ciliegina inutile, in mancanza di torta». Effettivamente, nel caso specifico, è così. Quando Rutelli parla, pure se dice cose ragionevoli, è difficile prenderlo sul serio: 1) perché il «bello guaglione» con gli anni assomiglia sempre più ad Albertone; 2) perché di fronte alla telecamera non resiste proprio alla tentazione di spremere la battuta. È più forte di lui. Solo che di solito gli escono freddure.
Però è vero. Anche se Berlusconi per le note ragioni dubiterà, il capello sale e pepe si configura come la ciliegina sul fascino di un uomo. Prendete George Clooney: mai stato così sexy da quando sfodera la brizzolatura (e qualche acciacco). Al pari di Claudio Baglioni, benché l’argentea capigliatura sia messa a punto dal coiffeur. E che dire di Casini e D’Alema? Entrambi brizzolati, sia pure in modi difformi e su tagli diversi, hanno visto crescere la propria influenza politica proporzionalmente all’ingrigirsi della chioma.

Quanto ai giornalisti, be’, da Mentana a Barenghi e Severgnini, il grigio si porta benissimo: non invecchia più, anzi indica esperienza, sagacia, perfino una certa, amabile, paraculaggine nei confronti delle donne. Sempre pronte a seppellirti con quel terribile avverbio - «inutilmente» - laddove la tricologica dote si rivelasse una bufala.

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