Pollari rifiutò il rapimento di due superlatitanti

Si tratterebbe del croato Loncaric, mercante di esseri umani, e dell’ex brigatista Casimirri

Fausto Biloslavo

Il Sismi rifiutò le proposte di «rapimento» di due super latitanti ancora oggi in libertà in Paesi dai quali è impossibile ottenere l’estradizione. Il primo è Alessio Casimirri, l’ex brigatista rosso condannato all’ergastolo per il rapimento di Aldo Moro e l’imboscata alla sua scorta in via Fani, che vive alla luce del sole in Nicaragua. Il secondo è Josip Loncaric, un famoso trafficante di esseri umani dall’ex Jugoslavia condannato a una ventina d’anni in Italia, oggi libero in Croazia.
Lo stesso direttore del Sismi, Nicolò Pollari, rivelò in marzo, durante l’audizione di fronte ai parlamentari europei che indagavano sui voli segreti della Cia e le extraordinary rendition, come il caso di Abu Omar, di avere ricevuto «offerte» di catture illegali. «Ho risposto di no e se qualcuno me l’avesse ordinato avrei anche dato le dimissioni» ha sostenuto Pollari in un verbale segretato i cui stralci sono stati pubblicati dall’Espresso. Durante l’audizione il direttore del Sismi non ha fatto nomi, ma il Giornale è in grado di ricostruire le due vicende.
Tutto nasce da una domanda del deputato italiano Jas Gawronski durante l’audizione di Pollari a Bruxelles. «In un caso mi è stata proposta la cattura di una persona ricercata in Italia da consegnare in un Paese limitrofo. E ho risposto di no» ha risposto Pollari. Il ricercato nel mirino era Josip Loncaric, un pezzo grosso del traffico di esseri umani verso l’Italia, via Balcani, fin dai primi Anni Novanta.
Si calcola che l’organizzazione messa in piedi da Lonkaric facesse passare in Italia 35mila clandestini all’anno guadagnando 135 miliardi delle vecchie lire. Nel 2000 una task force della procura di Trieste, guidata dal pm Federico Frezza, assestò il primo duro colpo a Loncaric e soci, rimasto al sicuro oltre confine. Nel 2002 venne arrestato dagli sloveni su richiesta di Trieste, ma subì una pena lieve e ben presto tornò libero. In Italia è stato condannato in via definitiva a sei anni di reclusione in un primo procedimento e ad altri 13 in appello in un secondo processo.
La sua impunità divenne leggendaria e agli italiani venne proposta una extraordinary rendition. «Ho risposto di no, ma per essere più scrupoloso ho chiesto il parere all’autorità di giustizia, ho fornito loro le prove che dimostravano che tale persona non era poi così lontana» ha spiegato Pollari a Bruxelles. Oggi Loncaric, ricercato in Italia, vive liberamente in Croazia e ha investito le sue fortune in una catena di ristoranti. «Per gli altri casi mi hanno ugualmente proposto di trasferire verso un altro Paese più disponibile una persona ricercata in Italia e ho detto ai Paesi che mi offrivano questa possibilità che rifiutavo» ha sostenuto Pollari a Bruxelles.
Il caso più eclatante riguarda Alessio Casimirri, l’ex Br di 58 anni, rifugiatosi in Nicaragua dal 1983. Casimirri, condannato all’ergastolo per il rapimento di Moro, è l’unico terrorista della strage di Via Fani mai finito in carcere. In Nicaragua si è risposato e ha ottenuto la cittadinanza, cosa che gli ha sempre evitato le ripetute richieste di estradizione.
Probabilmente furono i servizi nicaraguegni, dopo che i sandinisti a cui Casimirri era legato avevano perso il potere, a proporre una soluzione drastica al Sismi, con la promessa di prelevare l’ex Br e farlo riapparire in un Paese vicino che avrebbe potuto estradarlo. Lo scorso anno è stato lo stesso terrorista a denunciare «progetti cospirativi per sequestrarmi e portarmi in Italia».

Si parlò di un ipotetico piano per arrestare Casimirri in Costa Rica, dove si recava spesso attraversando un breve tratto di mare con la sua barca. All’ultimo momento il brigatista non passò il confine, ma se il Sismi avesse detto sì neanche la sua seconda patria l’avrebbe salvato.

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