Polverini: «Presto un museo per le vittime del terrorismo»

Un museo, probabilmente nella capitale, dedicato alle vittime del terrorismo. Lo ha promesso in tempi rapidi il governatore del Lazio Renata Polverini nel giorno della commemorazione di Massimo D’Antona, il giuslavorista ucciso nel 1999 in via Salaria nel corso di un agguato delle Br.
«Mi impegnerò affinché nella nostra regione venga istituito un museo per le vittime del terrorismo - ha affermato la Polverini - con una sezione dedicata a chi ha perso la vita per il suo impegno nel mondo del lavoro». «Sono già in contatto con le associazioni e i parenti delle vittime di atti terroristici - ha continuato la presidente-. In questo senso la Regione può svolgere un ruolo importante per sensibilizzare l’opinione pubblica, in particolare le giovani generazioni. Purtroppo il nostro Paese ha un triste primato: ha visto tanti morti per terrorismo fra chi si è impegnato per modernizzare il mondo del lavoro e per i diritti dei lavoratori».
Ricordando il giuslavorista la presidente della Regione Lazio ha, infine, aggiunto che il lavoro di D’Antona sulla rappresentanza «è stato importante ma va completato», perché «a distanza di undici anni se ne parla troppo ma non ancora si riesce a portare avanti questo impegno».
Alla cerimonia erano presenti anche il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti e il sindaco Gianni Alemanno. «Non si deve abbassare mai la guardia rispetto al rischio che ritorni il mostro della violenza politica - ha detto Zingaretti - peraltro in condizioni di debolezza economica o di crisi, come quella che stiamo vivendo». «Non bisogna dimenticare mai chi, con il sacrificio della vita, ha permesso a questa democrazia di essere più forte - ha aggiunto Zingaretti riferendosi a D’Antona -. Momenti come questo sono utili per ricordare chi si è sacrificato per noi, ma anche per non abbassare mai la guardia».
Per Alemanno «Massimo D’Antona, è stato un insigne studioso e docente di diritto del lavoro che ha dedicato la sua vita ad analizzare il controverso meccanismo che regola il mondo del lavoro. Grazie a lui è stata individuata una strada di riforme che ha consentito di innovare il mercato del lavoro senza far esplodere il conflitto sociale, motivo per cui fu barbaramente trucidato dalle Br undici anni fa. Oggi come allora la città non dimentica il suo sacrificio».
Infine l’assessore capitolino al commercio Davide Bordoni ha annunciato che saranno intitolati tre Centri di Orientamento al Lavoro del Comune di Roma a Gino Giugni (in via Tenuta di Torrenova), a Massimo D’Antona (in via Macedonia) e a Marco Biagi (in via dei Lincei).

«Si tratta di un omaggio che facciamo - ha aggiunto - nella consapevolezza che, in un’epoca come quella attuale, in cui il sistema occupazionale italiano sta attraversando un momento assai difficile, appare necessario conservare e rendere più efficaci le conquiste dello Statuto dei Lavoratori».

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