Roma - "Se la Lega chiama il popolo ad esprimersi anche noi abbiamo il dovere di farlo attraverso una petizione popolare e raccogliendo le firme per dire di mantenere i ministeri a Roma". Così il presidente della Regione Lazio Renata Polverini ha commentato la raccolta firme per il trasferimento dei ministeri al Nord, proposta dal ministro Calderoli e che partirà domani durante l’annuale raduno leghista a Pontida. "Se quello è lo strumento col quale intendiamo misurarci lo faremo - ha aggiunto la governatrice - anche perchè se la vogliamo dire tutta è lo strumento migliore rispetto a questo dibattito quotidiano che inasprisce la politica e che le persone non capiscono più".
"I problemi sono altri" Spostare i ministeri, secondo la Polverini, non è poi così semplice: "Nessuno vuole togliere qualcosa al nord ma Calderoli deve comprende che spostare un ministero vuol dire stravolgere la vita a tantissime persone che oggi vivono all’interno delle istituzioni romane. Non conosco come Calderoli i militanti della Lega ma credo che i loro problemi oggi siano altri rispetto a veder spostato al nord qualche ministero. Tutti inoltre sappiamo che non sarà mai essere possibile perché il percorso legislativo e costituzionale sarebbe troppo importante. Se si tratta invece di semplici uffici di rappresentanza, questi già ci sono da diversi anni".
Ma Calderoli insiste "Alcuni ministeri devono rimanere a Roma, come la Giustizia ma non vedo perché l’Economia non possa avere sede a Milano o lo Sviluppo Economico a Torino, o l’Agricoltura a Mantova". Lo dice il ministro della Semplificazione legislativa, Roberto Calderoli, a margine della presentazione della Scuola superiore di magistratura a Bergamo, risponde ai cronisti che gli chiedono un commento sulle reazioni del Pdl alla raccolta di firme per la "territorializzazione dei ministeri". Il ministro spiega poi che l’iniziativa leghista mira a varare una "legge delega che dà mandato al governo di intervenire dopo una valutazione delle richieste giunte dal territorio. Voglio vedere come fanno a impedirlo. Ero sicuro che se avessi fatto presentare la proposta dei gruppi parlamentari il provvedimento si sarebbe arenato anche perché il parlamento è a Roma. Per questo abbiamo lanciato la raccolta di firme".
Bossi scalda i motori E Bossi chiarisce tutto: "Calderoli ha detto una cosa giusta: bisogna portare via la testa. Sapete che a Monza ci saranno tre ministeri. Vi dico anche i nomi dei ministri: Calderoli, Bossi e Tremonti. Come mai non c'è il ministero del Lavoro a Milano? La Lombardia è dove si lavora di più e domani chiederemo altri tre ministeri a Monza. Da domani saprete che a Monza ci saranno tre ministeri". Ma il Senatur guarda anche oltre. E a chi gli chiede se lo spoastamento dei dicasteri sancirà la pace con Berlusconi risponde: "Non è pace. È solo portare fuori da Roma un po' di ministeri: servono altre cose, come quelle sull’economia". E poi rimanda tutti a Pontida: "Domani ci saranno altre sorprese".
Alfano smorza i toni Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, rispondendo a una domanda sulla richiesta di Bossi di quattro ministeri in Lombardia spiega che dovranno essere sedi di
rappresentanza. "Abbiamo già detto con Berlusconi qual è la nostra opinione, perché alcune sedi di rappresentanza - afferma Alfano - le avevano già concordate e non mi pare che da questo punto di vista ci fossero grandi problemi".