Pontinvrea, il paese che vive sopra una bomba

Pontinvrea, il paese che vive sopra una bomba

Un paese con il sottosuolo carico di biogas ed istituzioni sorde agli allarmi che arrivano di continuo dal sindaco e dai cittadini del paese. Siamo a Pontinvrea, comune della provincia di Savona quasi al confine con la provincia di Alessandria. 900 abitanti e un unico grande problema: la ex cava di serpentino della Fossa di Lavagnin diventata da qualche anno una discarica utilizzata per lo stoccaggio di scarti e fanghi di cartiere.
Una storia iniziata nel 2007 quando in questo sito di proprietà privata la società che gestisce la cava decide di coprire le rocce di serpentino pericolose per l’ambiente in quanto contenti amianto. Per la copertura dell’area interessata si prevede il trasporto in cava di circa 60mila metri cubi di materiale da discarica per la maggior parte consistente in fanghi di cartiera. Il primo a lanciare l’allarme della presenza di biogas nel sottosuolo fu l’attuale sindaco Matteo Camicioli quando era ancora consigliere di minoranza.
Rischi reali e testati anche attraverso relazioni di geologici che spiegano come la produzione del metano sia uno costante nelle discariche solide urbane anche per via di una produzione che inizia in sordina e si incrementa negli anni a venire per raggiungere il suo massimo circa 20-25 anni più tardi. «Il biogas che satura il terreno è velenoso per le radici delle piante, si disperde in atmosfera ove concorre ad aumentare l’effetto serra; la sua componente di metano è infiammabile e può essere esplosiva nell’intervallo di concentrazione tra il 5 ed il 15% - si legge nella relazione fornita dalla società «Geo Service» del dottor Elio Orsi chiamata ad occuparsi della vicenda dal Comune di Pontinvrea, che conclude -. Il metano ha inoltre una sua assai pericolosa tendenza che è quella di migrare nel sottosuolo e raggiungere località a rischio (scantinati, edifici, capannoni) anche molto lontani dal sito di discarica». Tradotto significherebbe che c’è una bomba sotto i piedi di ogni cittadino di Pontinvrea, considerati anche i risultati di un recente carotaggio dell’Agenzia per l’Ambiente di Alessandria che parla di una presenza di metano in sottosuolo del 74%.
Quella di Lavagnin è una collina dove non cresce più l’erba, né la neve riesce a depositarsi per via dell’elevato calore sprigionato dal terreno. «Una vivace colorazione rossastra tipica di una anomalia termica giustificabile solo con l’arrivo in superficie di un calore sotteraneo» si legge in una nota tecnica con la quale il sindaco si è presentato in Regione per chiedere aiuto ad Arpal e assessorato all’ambiente. Poco solerti ad assecondare Pontinvrea il Comune aveva chiesto aiuto anche al consiglio regionale che con due distinti ordini del giorno, nel corso del 2009, aveva chiesto alla giunta di adoperarsi «per completare gli accertamenti chimico e geotermico e se del caso di procedere al sollecito smantellamento dei rifiuti in discarica». A seguito dei solleciti Arpal effettua sopralluogo nel gennaio scorso di cui dà resoconto l’assessore Zunino spiegando che «alla luce dei controlli effettuati non risulterebbe essersi riscontrato rischio alcuno né per la salute né per l’ambiente». L’assessore all’ambiente nega anche la possibilità di effettuare sondaggi a carotaggio motivando la scelta su questioni di carattere economico, tanto che il sindaco chiede di poter proseguire i rilievi anticipando le spese. Ma Arpal, attraverso il direttore scientifico Rosa Maria D’Acqui, fa sapere che «non ritiene necessaria una integrazione e modifica dell’attività annuale di Agenzia già pianificata».
Nel giugno scorso Camiciottoli, attraverso una ordinanza, dà mandato ad Arpa, l’agenzia regionale di protezione ambientale di Alessandria, di effettuare i carotaggi. Risultato: la concentrazione di metano al di sotto della ex cava risulta essere del 74%, a fronte di un parametro di tolleranza fissato per legge del 30% per i siti di stoccaggio di rifiuti solidi urbani.


«Con questi risultati sono tornato a bussare in Regione - racconta il sindaco -: l’assessore all’ambiente Renata Briano non mi ha ricevuto dicendomi di rivolgermi al collega Guccinelli. Ho chiesto un incontro anche a Burlando ma non ho avuto ancora risposta». La realtà è che a Pontinvrea sperano solo nell’intervento della Procura che blocchi la cava pericolosa.

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