Bruno De Prato
da Livigno (Sondrio)
Dalla metà degli anni 90, da quando alla sua guida è salito Wendelin Wiedeking, Porsche continua a marcare nuovi record. Il successo tedesco deriva, innanzitutto, da una politica di assoluto rigore nella ricerca della massima qualità. Il grande ritorno della 911, allora, e il suo continuo affinamento fino alla 911-997 attuale è stato levento cardine del costante trend in ascesa. E i modelli che sono stati sviluppati attorno a esso, il roadster Boxster e ora la Cayman S, sono tutti nel segno di quella tradizione. Una volta riaffermata la propria tradizione, Porsche ha avuto la capacità di individuare nel segmento dei Suv di altissime prestazioni la nuova sfida in cui mettere a frutto la riconquistata immagine di vera leadership tecnologica. Il successo di Cayenne ha dimostrato che Porsche sa interpretare con grande sagacia e competenza ingegneristica qualsiasi tipologia di vettura. E infatti ora si attende lesordio della casa tedesca nel settore delle berline luxury-performance, con la Panamera, prossima ventura. Porsche ha chiuso lesercizio 2004-2005 con un record di 90.954 unità prodotte (oltre l11% in più) e con un utile netto di 779 milioni, che ha spinto il valore delle azioni ordinarie a quota 44,68 euro, dai 39,63 dellesercizio precedente. La liquidità su cui Porsche può contare ha consentito di entrare in modo massiccio nel capitale del gruppo Volkswagen, una mossa impensabile fino a pochi anni fa.
Porsche Italia ha, da parte sua, seguito in parallelo il successo della casa madre, realizzando anchessa un record di vendita di 4.915 auto consegnate nel corso dellesercizio 2004-2005. Nel dettaglio, si è trattato di 2.388 Cayenne, di 1.770 Carrera 911 e di 737 Boxster e, non trascurabili per laltissimo valore individuale, di 20 Carrera GT. Il fatturato è salito da 282 milioni a oltre 338, con un incremento del 20 per cento. Per lesercizio 2005-2006, il direttore generale Loris Casadei si attende di superare le 5.
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