«Porta aperta alla lista unica»

«Porta aperta alla lista unica»

Claudio Scajola, Forza Italia, lancia la proposta del soggetto unico del centrodestra per le prossime amministrative a Genova. E il senatore Giorgio Bornacin, An, cosa risponde?
«Che sono d’accordo, in linea di principio».
Lasciamo perdere il principio. Andiamo dritti al fine.
«Il fine è nobile: non c’è altra strada, per i partiti della Casa delle libertà, che ritrovarsi in un unico contenitore. Che però deve avere anche i contenuti».
Vale a dire?
«Andiamo con ordine. Innanzi tutto, l’operazione deve coinvolgere la gente che lavora nei partiti. Dobbiamo ascoltare la base, prima di decidere. Poi si devono studiare bene le forme, i metodi, le regole che sono in grado di portare alla costituzione della lista unica del centrodestra».
Insomma, An mette già dei paletti.
«Niente affatto. L’idea di Scajola, che poi trae spunto da quello che dice Silvio Berlusconi, è ottima. Ma è indispensabile realizzarla al meglio, non solo come esperimento».
Genova si presta allo scopo.
«Eccome. Direi che si presta meglio per quanto riguarda l’elezione della Provincia, rispetto al Comune. Ma non vedo comunque pregiudiziali rigide in questo senso».
Proprio An, del resto, aveva messo le mani avanti in tempi insospettabili.
«Appunto. Ne aveva parlato il nostro presidente Gianfranco Fini, fin dall’anno scorso, facendo riferimento a un contesto più ampio, a livello nazionale ed europeo».
Un test locale, però, sarebbe utile.
«Ne sono convinto. Ma non per questo si deve andare allo sbaraglio. Ecco il punto: prepariamoci bene, parliamone senza pregiudiziali, mobilitiamo gli iscritti. Solo così potremo convincere gli elettori. Altrimenti...».
Altrimenti?
«...si rischia di lasciare troppo spazio libero a destra, a movimenti che sarebbero in grado di catturare i voti di un elettorato che non ha ben compreso il senso profondo e strategico dell’operazione».
Un rischio concreto.
«Ma solo se non ci si prepara nel modo giusto. Sarebbe un peccato vanificare gli effetti di un disegno che ha tanti punti a favore, e mi trova personalmente favorevole. Se cerco di esplorare tutti i particolari dell’operazione è proprio perché sostanzialmente ci credo».
Il tempo di qui alle amministrative di primavera è sufficiente?
«Può esserlo, se spieghiamo con chiarezza la proposta agli elettori moderati, ma anche a tutti quelli (e sono tanti) che sono delusi dal centrosinistra».
In tempo per conquistare Tursi e Palazzo Spinola?
«Sono fiducioso, senza trionfalismi fuori luogo.

Gli eccessi di sicurezza, al limite dell’arroganza, li lascio all’assessore Mario Margini che di recente, nel corso di un dibattito televisivo, ha detto che alle primarie il centrosinistra “elegge il sindaco“, anziché limitarsi a scegliere il candidato. In democrazia, fino a prova contraria, a eleggere il sindaco sono i cittadini. Che magari daranno un grosso dispiacere a Margini...».

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