Porto di Imperia: tornano in carcere Caltagirone e Conti

I giudici del tribunale del Riesame di Genova hanno accolto il ricorso del pm di Imperia, Maria Antonia Di Lazzaro, contro la scarcerazione del geometra Carlo Conti, 65 anni, e per il ritorno in carcere di Francesco Bellavista Caltagirone, l’imprenditore romano di 73 anni, che si trova agli arresti domiciliari.
Per i giudici genovesi i due indagati, accusati di truffa aggravata nell’ambito dell’inchiesta sui lavori di costruzione del porto di Imperia, devono tornare in carcere. I legali hanno già annunciato ricorso in Cassazione. Francesco Bellavista Caltagirone e Carlo Conti erano stati arrestati lo scorso 5 marzo. Il 21 aprile il gip di Imperia aveva accolto le istanze delle difese e aveva disposto la scarcerazione per Conti, e gli arresti domiciliari per l’imprenditore romano. L’operazione che ha portato in carcere Caltagirone è legata alle indagini sulla discussa costruzione del porto di Imperia, la cui realizzazione fu avviata con sistemi di appalto poco trasparenti e con costi che sono lievitati in corso d’opera, con un guadagno illecito e conseguenti danni per il comune di Imperia, stando alla ricostruzione del pubblico ministero Dilazzaro che si sta occupando del caso. Caltagirone Bellavista fa parte della nota famiglia di costruttori di origini palermitane: è cugino di Francesco Gaetano Caltagirone, a capo di uno dei più grandi gruppi industriali italiani. Il progetto per dotare la città ligure di uno dei porti turistici più grandi del Mediterraneo nasce venti anni fama i lavori veri e propri sono iniziati nel 2006 e dovrebbero essere completati l’anno prossimo.

I reati contestati a Caltagirone si riferirebbero anche a una sottostima del valore dei beni demaniali occupati dal porticciolo per cui la società di gestione avrebbe pagato al Comune oneri di concessione troppo bassi.

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