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Portofino, tre sub bloccati in una grotta sottomarina: muoiono il padre e il figlio

Due sub, il padre di 54 anni e il figlio di 17, sono morti e un terzo è riuscito a salvarsi dopo essere rimasti intrappolati nella grotta di San Giorgio, a Portofino. Nella stessa zona altre due vittime nel 1997

Portofino, tre sub bloccati 
in una grotta sottomarina: 
muoiono il padre e il figlio

Genova - Due sub, padre e figlio, sono morti e un terzo è riuscito a salvarsi dopo essere rimasti intrappolati nella grotta di San Giorgio nell’area marina protetta di Portofino. Avevano 54 e 17 anni i due sub, padre e figlio, morti questo pomeriggio nel mare di Portofino. Il corpo di Domenico Ferrari, il padre, è stato recuperato mentre i tentativi di raggiungere il cadavere di Angelo, rimasto nella grotta, sono stati sospesi a causa della forte risacca che impedisce ogni intervento dei soccorritori. Secondo una prima ricostruzione i due sub piacentini si sarebbero immersi insieme ad un istruttore.

Bloccati nella grotta Una volta entrati nella grotta di San Giorgio, però, qualcosa, probabilmente il moto ondoso, ha loro impedito di uscire. L’istruttore in qualche modo è riuscito a riemergere e a raggiungere terra a Portofino, dando immediatamente l’allarme. La zona sotto la chiesa di San Giorgio è stata raggiunta da un gommone con sei sommozzatori dei vigili del fuoco che hanno tentato in ogni modo di intervenire, bloccati però dalla forte risacca. Nel frattempo, da terra, è stato avvistato e recuperato il corpo di Domenico che il mare aveva evidentemente trasportato all’esterno della grotta.

Nel 1997 altre due vittime nella stessa zona La zona di Portofino dove sono oggi morti due sub era già stata teatro di un incidente simile nel 1997. Lo afferma Paolo Tealdo, istruttore e vicepresidente del settore didattica della Federazione Italiana pesca Sportiva e Attività subacquee (Fipsas). "Proprio sotto la grotta di San Giorgio - precisa l’esperto - erano morte altre due persone. La zona non è particolarmente pericolosa, tranne se c’è un pò di risacca, che fa sbattere i sub sugli scogli". L’esperto si riferisce all’incidente occorso il 16 febbraio del 1997 a Tommaso Vescera e di Fabrizio Aprile, entrambi sui 30 anni, e residenti rispettivamente a Rivoli e Rubiana in provincia di Torino. I due, uno dei quali era in possesso di un brevetto di terzo grado, si erano immersi con una decina di compagni e un istruttore, ma poi si erano separati dal gruppo per visitare la grotta. Secondo la ricostruzione dell’incidente uno dei due si era sentito male durante l’immersione, e l’altro era morto nel tentativo di salvarlo.

In quel caso l’istruttore più esperto a capo del gruppo non li aveva però seguiti, tanto che nel 2002 fu condannato in Cassazione per omicidio colposo per non essere rimasto in contatto visivo con i due allievi. 

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