Positivo al doping con la Roma Ma è tutta colpa di una vespa

Andrà a finire che oggi tutto si sgonfierà. Ma la brutta figura è stata fatta e, come minimo, Cannavaro e la Juventus dovranno ammettere di essere stati imprudenti o un minimo disattenti. Ieri, infatti, il capitano della Nazionale ed ex Pallone d'oro è finito di nuovo in mezzo alla bufera in quanto trovato positivo all'antidoping. Il tutto - dice la Juve e confermano al Coni - dopo avere invocato regolare richiesta di esenzione per aver assunto un farmaco in condizioni di emergenza. Trattavasi, in pratica, di un'iniezione a base cortisonica fatta al giocatore un paio di giorni prima di Roma-Juventus (28 agosto) per evitare il pericolo di uno shock anafilattico che avrebbe potuto essere causato dalla puntura di una vespa dimostratasi particolarmente aggressiva nei confronti del capitano azzurro all'uscita dagli spogliatoi di Vinovo. Il Coni diede appunto il proprio benestare, spedendo però anche una doppia raccomandata con ricevuta di ritorno a Torino - una alla società, l'altra al giocatore - chiedendo le certificazioni per poter archiviare il tutto. A questo punto si è verificato il patatrac: la raccomandata indirizzata alla Juventus FC è tornata a Roma con una firma illeggibile, presumibilmente di un addetto alla segreteria della sede, mentre quella di Cannavaro non è mai giunta a destinazione. Risultato: il giocatore - come da norma - è stato sottoposto al controllo antidoping successivo alla partita dell'Olimpico romano ed è stato ovviamente trovato positivo alla sostanza dichiarata. A quel punto, nei giorni seguenti, la Juventus e Cannavaro avrebbero dovuto fornire al Coni l'integrazione della prescrizione medica: cosa mai avvenuta per motivi che il procuratore antidoping Ettore Torri ha già iniziato a verificare ieri sera nella sede della Juventus direttamente con il giocatore e con la società bianconera. «All'esito (dei colloqui, ndr) la Procura adotterà i provvedimenti del caso», si legge nella nota diffusa ieri dalla Procura antidoping: pare comunque si vada verso una soluzione positiva, senza squalifiche né altro. Nel frattempo si è fatta viva anche la Figc che si è detta «messa a conoscenza dalla Juventus, nella persona del professor Enrico Castellacci, medico della Nazionale, poco prima dell'arrivo di Cannavaro in ritiro per il doppio impegno contro Georgia e Bulgaria», partite giocate a Tbilisi e a Torino, rispettivamente il 5 e il 9 settembre scorsi. Lo staff azzurro aveva dunque verificato che era tutto a posto, come da richiesta dei medici della Juve.
La colpa del tutto, insomma, potrebbe essere delle Poste o di chissà chi. In serata, la società di corso Galileo Ferraris ha precisato «di aver agito nel rispetto delle prescrizioni sanitarie e delle regole deontologiche, intervenendo in via d'urgenza in seguito all'aggravarsi del quadro clinico derivante dalla puntura di un insetto. In tale occasione venne effettuata una terapia farmacologica indispensabile per prevenire eventuali complicanze, anche letali.

Il giocatore e lo staff medico della Juventus saranno come di consueto a disposizione della Procura per chiarire quanto prima questa vicenda, compresi eventuali disguidi documentali». Oggi, per l'appunto, tutto finirà con un sorriso e magari un abbraccio.

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