Torino - Era precipitato da un castello gonfiabile, sollevato da una improvvisa raffica di vento. Martino Audibert, 8 anni, non ce l'ha fatta. È morto in ospedale, a Torino, dopo una settimana di agonia. Un arresto cardiocircolatorio ha stroncato la sua vita, spazzato via le speranza di una guarigione che non sembrava più utopia. «Ci avevano garantito che stava meglio - denunciano adesso i genitori del piccolo -, invece nostro figlio è morto. «Perché? Vogliamo sapere la verità -attacca la mamma-. I medici mi aspettino perché tornerò in ospedale».
È lo scorso primo marzo quando si verifica l'incidente, un sabato. Il piccolo Martino, originario di Cesana, piccolo comune della Valle di Susa, si trova a Bielmonte, nel Biellese. È in compagnia della nonna e dei genitori nell'area giochi interna alla stazione sciistica. Martino è su un grande scivolo di plastica gonfiata a forma di castello. Poco dopo mezzogiorno si scatena la bufera, una raffica di vento a 140 l'ora si abbatte sulla zona. Il castello gonfiabile, (a quanto pare ancorato con dei paletti conficcati nel terreno) una costruzione di plastica gonfiata del peso di 80 chili, improvvisamente ondeggia, sollevandosi da terra: Martino viene scaraventato sull'asfalto. Un volo di 10 metri, a faccia in giù.
Sono le 12.26 quando viene dato l'allarme, il piccolo viene trasportato al pronto soccorso di Novara e poi all'ospedale Regina Margherita di Torino. Nello schianto ha perso i denti e ha riportato un trauma al polmone. Dopo l'intervento di ricostruzione del volto, alle Molinette di Torino, viene dichiarato fuori pericolo. Ma non è così. L’altro ieri il suo cuore cessa di battere.
I medici, non sanno ancora spiegarsi il perché. «Nulla - spiega il direttore sanitario Vinicio Santucci - faceva prevedere una tragedia simile». La prognosi era praticamente sciolta, qualsiasi eventuale complicanza esclusa. Anche il trauma al polmone era stato considerato «lieve». «Tant'è che dopo l'intervento chirurgico - spiega Santucci - il bambino era stato dichiarato fuori pericolo e trasferito dalla Rianimazione». Insomma, il peggio sembrava superato. Sabato invece la tragedia: il piccolo è improvvisamente peggiorato.
Non si danno pace, intanto, i genitori. Emilio Audibert e la moglie Francesca chiedono giustizia e pretendono di conoscere la verità sulla morte del figlio. E non vogliono assolutamente sentir parlare di fatalità. «Il gonfiabile - spiegano - non era ancorato a terra nemmeno con una corda, il vento lo ha sradicato via in pochi attimi». Ed è polemica anche sul ritardo nei soccorsi: «Per diversi minuti - raccontano ancora i genitori di Martino - non è arrivato nessuno. Anzi, l'ambulanza è giunta sul posto un'ora dopo». L'improvviso decesso del bambino cambierà naturalmente l'ipotesi di reato contenuto nel fascicolo d'indagine aperto dalla magistratura subito dopo l'incidente del primo marzo scorso: da lesioni gravissime a omicidio colposo.
Il castello gonfiabile (una struttura di 5 metri d’altezza, data in gestione da una ditta di Vallanzengo, di proprietà di Walter Bertuolo agli impianti della Icemont che gestisce la piccola stazione sciistica) è stato posto sotto sequestro. Toccherà alla magistratura andare a fondo per individuare le responsabilità.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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