Pregare per un lavoro? Solo se sei musulmano

Non si capisce bene se sia il posto che non si adatta alla tua vita o la tua vita che non si adatta a questo posto. Di certo c’è che la globalizzazione è appena cominciata e ha ormai imboccato una strada che non promette più ritorno. Si ridisegnano convenzioni sociali, convivenze tra diversi, dura sopravvivere all’olocausto dei nuovi conformismi. Prendi trovare un posto in Comune. Pensi ti bastino i requisiti, la voglia di lavorare e un santino della Vergine Maria perché non si sa mai. E invece no. Ti presenti a un concorso, 110mila persone, quasi lo stadio San Paolo quando c’è Napoli-Juve, in cerca del sospirato posto fisso al Comune di Napoli e scopri che cercare occupazione è anche una scelta morale. Perché la vetrina dell’integrazione prossima ventura prevede che tutti abbiano il diritto di pregare tranne tu, che tutte le fedi meritino il rispetto di riti e liturgie tranne la tua. Che non è poco in tempi come questi dove la speranza di trovare un lavoro dipende da quanto ti sei raccomandato all’Altissimo, a Ognissanti e all’assessore amico dell’amico.
Se proprio ci tieni puoi pregare in piedi mentre sfili in pellegrinaggio davanti all’ufficio di collocamento, come nel cammino di Santiago, oppure dopo, in un altro momento, perché c’è sempre un altrove dove non c’è un’aldilà, solo però se sei cattolico osservante e praticante, cioè se sei di queste parti, Napoli, Italia. Racconta il Corriere del Mezzogiorno, che qui è partito un megaconcorso dove se sei musulmano hai diritto ad agevolazioni divine: «Ai candidati di religione islamica che risulteranno convocati a sostenere la prova per i giorni di venerdì 21 maggio 2010, 28 maggio 2010 e 4 giugno 2010 - recitano le disposizioni del Comune - è data facoltà di recarsi in apposita sala, annessa alla sede di svolgimento della prova, per la recita delle preghiere del venerdì, in orari che comunque non coincideranno con quelli di svolgimento della prova». E chi si è votato a Padre Pio? Niente, nemmeno la saletta fumatori, categoria protetta da San Claudio insieme ai tornitori e ai fabbricanti di giocattoli. Bella idea? Neanche per idea. «Non avevamo bisogno di un regolamento ad hoc per il concorso bandito dal Comune» si è stupito l'imam della moschea napoletana di piazza Mercato Yasin Gentile. Gentili siamo anche noi come si vede, forse persino un tantino pedanti.
Ma anche se sei di religione ebraica puoi credere e non solo in te stesso: «Nel rispetto della legge 101 del 1989, i candidati che risulteranno convocati a sostenere la prova per i giorni 19 e 20 maggio 2010 che coincidono con la festa di Shavuot, potranno chiedere l’eventuale spostamento della convocazione». La morale è che se sei di fede islamica hai un tuo spazio per pregare e se sei di fede ebraica puoi presentarti un altro giorno. Ma la calendarizzazione della fede e le necessità della globalizzazione non prevedono eccezioni. Ci sono diciotto religioni al mondo e almeno un centinaio di divinità assortite. Che vanno tutte accontentate per garantire come dice l’assessore al Personale del Comune di Napoli, Enrica Amaturo «pari opportunità a tutti nel pieno rispetto della Carta Costituzionale».

E allora le divinità ugaritiche e le divinità kung le vogliamo forse discriminare? E Krishna, che è l’ottavo avatar di Vishnu, proprio adesso che Avatar lo danno al cinema? Vogliamo offendere Atea, che a dispetto del nome, è un dio polinesiano o Devel che protegge gli zingari. Facciamo allora che i seguaci di Manitù osservino il giorno in cui esce in edicola Tex Willer e i fedeli di Eupalla il calendario di Sky Calcio. E poi speriamo in San Gennaro...

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