La manovra bis, come era chiamata la botta fiscale partorita in agosto, era partita male. Malissimo. Nuove imposte e quel sapore di pregiudizio nei confronti dei contribuenti: soprattutto quelli che pagano.Il voto in Senato di ieri l’ha migliorata. È evidente l’intervento diretto del premier. Era difficile pensare che fossero farina del suo sacco le norme da stato di polizia fiscale introdotte dalla maggioranza ma pensate da Tremonti. A una prima lettura del nuovo testo dovrebbero essere state cancellate, resta un dubbio sulla norma che prevede la possibilità per l’Agenzia delle entrate di indagare preventivamente sui nostri conti correnti.
Il Senato ha fatto in fretta: in settimana la Bce dovrà decidere se continuare a comprare i nostri titoli. Già oggi sui mercati si rischia di ballare. E corretto è stato l’accoglimento di alcuni emendamenti dell’opposizione (la spending review in particolare) che rendono più incisiva la lotta agli sprechi. L’asse Tremonti-Lega ha portato a casa il pessimo risultato di non toccare le pensioni, ma alla fine è stato contenuto nelle sue pretese fiscali. La novità più importante riguarda l’approvazione dell’emendamento che prevede una libertà (vigilata) di licenziamento. Vediamo di che si tratta e del perché essa sia un’ottima norma.
Andiamo sul concreto, senza tante palle. Un pazzo si mette in testa di aprire una nuova azienda, assumendo un bel po’ di gente. Ebbene, se la «norma sui licenziamenti» dovesse resistere, il sognatore (cioè l’imprenditore)potrebbe,in accordo con isindacati, essere più libero nella sua gestione del personale. Sia chiaro.Costituzione,Bibbia,Statuto dei lavoratori restano in piedi. L’incauto potrebbe sì licenziare, ma dovrebbe assumersi l’obbligo di pagare generosamente ai propri dipendenti questa sua libertà. Viene soltanto (e non è poco) cancellato il cosiddetto obbligo di reintegro. Rimangono molte limitazioni. Intanto la norma si applica solo a imprese in particolari condizioni: nuove iniziative (il nostro esempio), società in crisi o aziende che vogliano rendere indeterminati contratti atipici. A ciò si aggiunga l’obbligo di ottenere un accordo con i sindacati.
E comunque la libertà del singolo imprenditore è in certi casi (maternità) limitata. Quando si parla di manovra che guardi allo sviluppo, si parla di questo genere di provvedimenti. Sbloccare il nostro paludato mondo del lavoro è cosa buona e giusta.
Riuscire a farlo con l’accordo di una parte ragionante del sindacato (Cisl e Uil) è una mossa tattica sulla quale il governo e Sacconi hanno investito molto. La libertà (vigilata) di licenziamento è finalmente un provvedimento liberale e di mercato varato dal governo. E la Cgil ha finalmente trovato una scusa per giustificare il suo sciopero di domani.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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