Difficile riuscire a immaginarsi la piazza delle Armi del Castello Sforzesco quattro metri al di sotto del piano attuale. O pensare al processo che portò alla costruzione del maniero come unaltra «fabbrica», simile a quella ben più nota del Duomo. Questo solo per dare un assaggio del poderoso volume di studi «Il castello sforzesco di Milano» - presentato ieri nella Sala della Balla -, curato da Maria Teresa Fiorio, «padrona di casa» della dimora sforzesca, Sovrintendente per il Patrimonio Storico e Artistico, uscito per i tipi di Skira (360 pagine, euro 70).
Una raccolta di saggi, scritti da studiosi del Politecnico e dellUniversità Statale, oltre che dalla stessa curatrice, che, con precisione documentaristica e analisi approfondite, ricostruisce non solo la storia della dimora dei signori di Milano dalla metà del XIV secolo sotto Gian Galeazzo Visconti fino alla sua riconfigurazione museale del secondo dopoguerra, ma analizza alcuni aspetti che portarono alledificio attuale. Come le maestranze straniere che furono impiegate nella progettazione dellopera, proprio come avvenne per la cattedrale di Milano, o la scelta ideologica dei colori e delle figure che caratterizzano i motivi decorativi.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.