Preside «fascista» alla gogna su Indymedia

Nome, cognome e foto, manca solo il «wanted» e il premio, poi potrebbe essere uno di quegli orribili manifesti che nel Far West invitavano i «bounty killer», (cacciatori di taglie) a riportare allo sceriffo il ricercato, «dead or alive», vivo o morto. Il ricercato, anzi la ricercata, è la preside del Santa Caterina da Siena, rea di aver imposto agli studenti l’ingresso tassativo alle 8.15. E per questo messa alla gogna su Indymedia, con l’avviso che oggi la scuola dovrà essere occupata.
«La preside C. M. (in realtà indicata con nome e cognome per esteso con annessa foto in cui lei in primo piano sta parlando a un’assemblea studentesca) dell’Itis Caterina da Siena di viale Lombardia 89, ha trasformato la Scuola in un CARCERE» scrivono gli ultrasinistri, con «carcere» tutto alto per meglio rendere l’idea. La prigione in questione è un Istituto tecnico che forma tecnici del Sistema Moda, grafici pubblicitari, addetti al web, operatori della moda e dei sarti modellisti. Si trova attualmente negli edifici sorti all’inizio del Novecento per ospitare una scuola elementare, andata via via allargandosi con nuove ali annesse all’edificio principale.
Qui nel 2003 è arrivata C. M. e da allora, spiegano gli antagonisti: «Terrorizza sia studendi (piccolo refuso) che professori (c’è un turn over - invece che turnover - altissimo). L’ultimo suo atto autoritario ed antidemocratico, l’ha compiuto sabato, inserendo sul sito della scuola una circolare in cui, in modo arrogante, dispone a tutti (dispone regge la preposizione «per») gli studenti l’entrata obbligatoria entro e non oltre le 8,15 da lunedì prossimo! Altrimenti costoro, anche per 1 minuto di ritardo dovranno entrare un’ora dopo». Richiesta effettivamente insensata, è noto infatti che non c’è scuola, in Italia e all’estero, dove non si entri alla spicciolata.
Ma non è tutto, il «reato» della preside a un attento esame presenta anche delle «aggravanti specifiche» di seguito elencate: «Nessuno è stato informato sia verbalmente che in modo scritto (che italiano!). Considerato che oltre la metà degli studenti, circa 900, arriva da fuori Milano, questa circolare è chiaramente demenziale. Costei, con la coerenza che la contraddistingue, spesso e volentieri arriva sul lavoro dopo le 11! Tra l’altro, tratta i professori della CGIL e dei CUB come se fosse Berlusconi, che adora, mentre ha un passato da fascista. BASTA! PROFESSORI E STUDENTI RIBELLATEVI! Lunedì 19 okkupate la scuola della podestà». Ripetendo i termini più significativi in «tutto alto» che, nel linguaggio delle chat con cui sono evidentemente cresciuti gli estensori «della presente», sta a significare un termine urlato. Seguono i «post» che rincarano la dose tipo «Questa pseudo preside...si comporta come il boia Marchionne alla FIAT... Questa oltre che fascista è pazza e sadica!» oppure «se non spaccate tutto adesso...».
Al di là dell’involontaria comicità di un simile roboante comunicato, e del suo italiano approssimativo, rimane il brutto segnale di una persona, in questo caso una preside, indicata come «nemico di classe». Chi ha memoria dei tragici anni Settanta, ricorderà professori, capireparto, giornalisti, poliziotti e agenti penitenziari indicati in manifesti, volantini o giornali ciclostilati alla «masse» come «nemici del popolo» con foto, nomi e indirizzi.

Con qualcuno che puntualmente si prendeva poi la briga di andare a «vendicare» il proletariato oppresso da simili «boia». Termine ancor presente oggi nel lessico di una certa sedicente sinistra e puntualmente usato per definire la «fascista» preside C. M.

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