Presidente «rosso» votato dai mussiani

Terzo Municipio ad insediarsi, nuova sede in piazza dell'Olmo e prime polemiche nella Media Val Bisagno. Il primo consiglio del nuovo ciclo amministrativo si è incentrato sull'insediamento dei nuovi consiglieri e del presidente, il riconfermato Agostino Gianelli di Rifondazione Comunista. Al momento della votazione per l'elezione di Gianelli i voti contrari sono stati quattro: il leghista Caselli e i tre pdllini Uremassi, Scarfogliero e Aimè. A favore di Gianelli hanno quindi votato i «nemici», nei termini della campagna elettorale, della Lista Musso. Il primo a non nascondere lo stupore per la scelta dei mussiani è stato Gianelli: «Non me l'aspettavo ma mi fa piacere perché si tratta di un riconoscimento per il lavoro svolto - ha spiegato - e di buon auspicio per quello da svolgere». «Nessun atto politico ma solo un segnale di vicinanza nell'affrontare i problemi comuni - ha dichiarato l'ex candidata presidente mussiana Torretta -. Daremo filo da torcere alla prossima giunta nel vigilare il loro lavoro». Di parere opposto l'ex candidato presidente del Pdl Uremassi: «È un atto politico e mi chiedo che senso abbia avuto la campagna di Musso contro Doria se alla fine nel nostro municipio è stato votato addirittura un esponente di Rifondazione Comunista - ha dichiarato -. Noi non riconosciamo questa maggioranza e mi auguro che quello dei mussiani sia stato un incidente tecnico». Per avere un quadro più completo della situazione a livello municipale, occorre dire che negli altri due parlamentini dove si è già votato l'insediamento del nuovo presidente, i consiglieri hanno votato rispettivamente all'unanimità meno uno (l'ex presidente Pdl Orengo) per Morgante al Medio Levante e all'unanimità per Marenco al Centro Ovest.

A contorno dell'elezione di Gianelli, il pidiellino Uremassi ha voluto sottolineare alcuni punti fondamentali per la nuova minoranza: «Occorre una programmazione seria con priorità alla messa in sicurezza del territorio, alle manutenzioni e alla mobilità». Gianelli nel suo discorso d'insediamento si è dichiarato «il presidente di tutti», e non ha voluto fare alcuna promessa se non il massimo impegno, parafrasando al contrario il neosindaco Doria.

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