Preti pedofili, il Pontefice: "Le violenze minano la credibilità della Chiesa"

Rilasciati i sei presunti terroristi. Scotland Yard: "Minaccia infondata". Il Pontefice: "Dopo 70 anni provo ancora orrore per il nazismo". Poi parla ai vescovi di tutto il Regno Unito e condanna nuovamente gli abusi sessuali compiuti sui minori dai sacerdoti

Preti pedofili, il Pontefice: 
"Le violenze minano 
la credibilità della Chiesa"

Londra -  Il "vergognoso abuso di ragazzi e di giovani da parte di sacerdoti e di religiosi" è un problema che "mina seriamente la credibilità morale dei responsabili della Chiesa". Lo ha affermato Benedetto XVI parlando ai vescovi di Inghilterra, Galles e Scozia, incontrati a Birmingham. "In molte occasioni - ha detto ancora il Papa - ho parlato delle profonde ferite che tale comportamento ha causato, anzitutto nelle vittime ma anche nel rapporto di fiducia che dovrebbe esistere fra sacerdoti e popolo, fra sacerdoti e i loro vescovi, come pure fra le autorità della Chiesa e la gente". "So bene - ha proseguito rivolgendosi ai vescovi della Gran Bretagna - che avete fatto passi molto seri per portare rimedio a questa situazione, per assicurare che i ragazzi siano protetti in maniera efficace da qualsiasi danno, e per affrontare in modo appropriato e trasparente le accuse quando esse sorgono". "Avete pubblicamente fatto conoscere il vostro profondo dispiacere - ha aggiunto il Pontefice - per quanto accaduto e per i modi spesso inadeguati con i quali, in passato, si è affrontata la questione". "La vostra crescente comprensione - ha sottolineato - dell'estensione degli abusi sui ragazzi nella società, dei suoi effetti devastanti, e della necessità di fornire adeguato sostegno alle vittime, dovrebbe servire da incentivo per condividere, con la società più ampia, la lezione da voi appresa". Ratzinger ha indicato quindi ai vescovi come "via migliore" quella "di fare riparazione per tali peccati avvicinandovi, in umile spirito di compassione, ai ragazzi che soffrono anche altrove per gli abusi". "Il nostro dovere di prenderci cura della gioventù - ha concluso - esige proprio questo e niente di meno".

Rilasciati gli arabi I sei uomini arrestati perché sospettati di voler attentare alla vita del Papa sono stati rilasciati. Non rappresentavano "una minaccia fondata". È quanto riferisce la Bbc on line citando fonti di Scotland Yard. I sei, dipendenti di un’impresa di pulizie privata, erano stati arrestati dopo che erano state ascoltate loro conversazioni dalle quali sembrava che stessero preparando un attacco. La polizia non ha voluto confermare informazioni secondo le quali sembra che i sei stessero scherzando, aggiungendo invece che era necessario investigare su quella che avrebbe potuto essere "una minaccia reale". Le perquisizioni che la polizia ha operato in otto abitazioni nel Nord e nell’Est di Londra e in due uffici nel centro non hanno dato esito. In un comunicato della polizia, riferisce ancora la Bbc on line, si afferma che "non ci sono cambiamenti nel livello di allarme" per la visita del Papa. L’attuale livello, "serio", indica che si ritiene un attacco "altamente probabile".

Il nazismo Nel giorno in cui nel Regno Unito si commemora il 70esimo anniversario della Battaglia d'Inghilterra combattuta contro l'aggressione nazista, Benedetto XVI a Birmingham ha espresso "vergogna e orrore" per quella "ideologia maligna" e per la "spaventosa quantità di morte e distruzione che la guerra porta con sé". "Per me, che ho vissuto e sofferto lungo i tenebrosi giorni del regime nazista in Germania - ha detto il Papa tedesco -, è profondamente commovente essere qui con voi in tale occasione". Dopo aver ricordato che oggi nella nazione britannica "é il giorno prescelto per commemorare il 70esimo anniversario della 'Battle of Britain', Ratzinger ha aggiunto: "Per me, che ho vissuto e sofferto lungo i tenebrosi giorni del regime nazista in Germania, è profondamente commovente essere qui con voi in tale occasione, e ricordare quanti dei vostri concittadini hanno sacrificato la propria vita, resistendo coraggiosamente alle forze di quella ideologia maligna". "Il mio pensiero - ha proseguito - va in particolare alla vicina Coventry, che ebbe a soffrire un così pesante bombardamento e una grave perdita di vite umane nel novembre del 1940.

Settant'anni dopo - ha concluso il Pontefice -, ricordiamo con vergogna ed orrore la spaventosa quantità di morte e distruzione che la guerra porta con sé al suo destarsi, e rinnoviamo il nostro proposito di agire per la pace e la riconciliazione in qualunque luogo in cui sorga la minaccia di conflitti".

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