«Il primo tema si chiama immigrazione»

FUTURO Il vicecoordinatore regionale del Pdl eletto all’Europarlamento: «Un voto importantissimo anche in vista delle regionali del prossimo anno»

«Il primo tema si chiama immigrazione»

Alfredo Pallone, vicecoordinatore regionale del Pdl, eletto all’Europarlamento con 108.851 voti nel Centro Italia, di cui 28.359 a Roma città e circa 30mila in provincia di Frosinone, non ha dubbi: «L’affermazione del Pdl nel Lazio, con il 42 per cento dei voti, si deve al lavoro fatto dall’intera classe dirigente dei partiti di centrodestra. I vertici hanno fatto sistema, come si dice in gergo».
Non ci sono state divaricazioni fra voi, insomma, all’interno, come invece è successo nel Pd.
«No. Abbiamo anche svolto un’azione politica importante, quella di tenere il partito aperto alla società civile, come vuole il presidente Berlusconi».
Il voto in sostanza non è stata una semplice sommatoria fra i partiti aderenti al Pdl.
«No, siamo andati ben oltre. Lo dimostra anche il fatto che si è ristretta la forbice che prima si aveva fra il voto amministrativo e quello alle Politiche. Fra le provincie e i comuni del Lazio abbiamo saputo conquistare roccheforti rosse storiche».
E ora si guarda alla Regione, no?
«Quello delle Europee è stato un voto importantissimo anche in vista del 2010, non c’è dubbio».
Marrazzo cerca di unire il diavolo con l’acqua santa. Riuscirà a far breccia nel cuore di Casini?
«Penso che i valori e le radici naturali non possano che spingere l’Udc ad allearsi con noi. Ritengo che partendo da valori comuni non si possa che arrivare a programmi comuni».
Abbiamo lasciato per ultima l’Europa. Che cosa pensa di fare personalmente a Strasburgo?
«Conto di portare avanti la linea politica del Pdl anche al Parlamento europeo. A differenza del Pd, che ancora non sa neppure a che gruppo parlamentare aderirà, noi non abbiamo dubbi. Parteciperemo al dibattito interno al Ppe, senza coltivare giardini all’interno. Tema fondamentale della nostra azione in Europa sara l’immigrazione. Tema sul quale l’Italia è stata spesso lasciata sola».
Continuerà quindi la politica a di respingimenti alle frontiere per i clandestini...
«Queste cose le fanno in tutta Europa. Solo che se lo fa Zapatero va tutto bene. Se lo fa Sarkozy. pure. Se lo facciamo noi, apriti cielo.

Ma la politica dell’accoglienza non può essere intesa come dice Franceschini: aprire le porte a tutti e abbandonare al proprio destino i clandestini. Semmai servono più investimenti in Africa, per fermare l’ondata di immigrazione».

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