È guerra continua fra le tv, senza esclusione di colpi: dopo la presa di posizione dei comitato di redazione e del sindacato dei giornalisti Rai contro Primocanale - «che continua a infangare e diffamare la più grande azienda editoriale italiana», senza che questa intraprenda azioni legali a tutela dei dipendenti - ieri è arrivata la replica, al vetriolo, delleditore dellemittente privata ligure, Maurizio Rossi, protagonista nei giorni scorsi di un pesante jaccuse contro le carenze del servizio pubblico radiotelevisivo locale, e oggi deciso a sua volta a denunciare i giornalisti dellazienda di Stato. «Sono amareggiato - esordisce Rossi - per lattacco personale che offende me ed esprime censurabili giudizi su unazienda come Primocanale in cui lavorano 36 dipendenti fissi e alla quale collaborano altrettante persone con specifiche qualità professionali». Nel seguito, leditore della prima emittente privata della Liguria ricorda i termini della battaglia contro il monopolio del mercato e a difesa dellautentico servizio pubblico: «Ho sempre manifestato e ancora ribadisco - aggiunge Rossi - il massimo rispetto e apprezzamento del lavoro di giornalisti, tecnici e personale amministrativo della sede Rai della Liguria», ma contemporaneamente «ho sostenuto e sostengo che Primocanale svolga molta più informazione di Rai Tre Liguria». Nonostante lattuale sistema assolutamente anacronistico «che pone le Rai Tre regionali in posizione dominante nellambito del mercato locale rispetto allemittenza privata - insiste Rossi -, non avrei assunto iniziative se la Rai non avesse dichiarato di voler scendere con il digitale terrestre maggiormente sul locale, sia con programmi, sia con servizi applicativi agli enti pubblici locali, e pertanto in un mercato determinante per la sopravvivenza dellemittente locale».
Di fronte, poi, alle accuse di «aver fatto della precarizzazione del lavoro uno dei pilastri della propria attività», come è scritto nel documento diffuso dal sindacato giornalisti Rai, Maurizio Rossi ribatte con forza: «La presa di posizione è lesiva della mia persona, e di tutti quelli che lavorano e collaborano con lazienda». Da qui, il preannuncio di una denuncia alla magistratura «per accertare se sussistano gli estremi di reato, con ogni conseguente provvedimento a carico dei responsabili». Solidarietà con leditore arriva da una nota dei dipendenti di Primocanale che sottolineano, fra laltro, di essere «regolarmente inquadrati» nelle normative della Federazione Frt sottoscritte dai sindacati Cgil, Cisl e Uil. «Allinterno dellazienda - tuonano - non sussistono situazioni di precariato o, peggio, di sfruttamento come si sostiene con incredibile superficialità e leggerezza».
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