Processo Fastweb, Crudele scagiona i vertici dell'azienda: «Non sapevano»

Al processo per la maxi-frode e il riciclaggio nel settore delle telecomunicazioni, l'ex responsabile del settore Vendita e Servizi Voce nega che la società fosse al corrente del traffico telefonico fittizio. «Solo io sapevo, presi 3 milioni di euro per tacere»

Attenzione: Si pubblica la rettifica alla presente notizia come richiesto dai legali del sig. Crudele in questa pagina.

Tre milioni di euro per tacere. Per non dire a nessuno, in Fastweb, che dietro al business «Traffico telefonico» c'era una truffa colossale e per tacere sul vero ruolo di Carlo Focarelli, che del mega-raggiro sarebbe l'ideatore. Le parole di Giuseppe Crudele, ex responsabile del settore Vendita e Servizi Voce dell'azienda sono musica per le orecchie di Silvio Scaglia, l'ex amministratore di Fastweb, e dei manager che con lui furono arrestati nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Roma sulla maxi-frode nel settore delle telecomiunicazioni facente capo, secondo i magistrati, a Gennaro Mokbel. Crudele, che ha deciso di collaborare con i magistrati e ha patteggiato una pena che sarà decisa dal gip nei prossimi giorni, parla nell'aula dove si sta svolgendo il processo. E la sua deposizione sembra scagionare i vertici della società finita nella bufera. Scaglia ha trascorso un anno tra carcere e arresti domiciliari, dopo essere rientrato in Italia per consegnarsi ai pm, e negando sempre di essere a conoscenza della truffa. Ora Crudele conferma questa versione, raccontando che il traffico era «simulato» (come se stesse trattando della telefonata di un utente) grazie all'utilizzo di alcuni «macchinari», ossia dei generatori di traffico. Ma all'azienda tutto ciò non poteva che apparire regolare perché, da un punto di vista tecnico il segnale che viene registrato dalla rete è lo stesso e non c'è nessun modo di cogliere l'anomalia. Fastweb, dunque, non poteva in nessun modo accorgersene, al contrario vedeva minutaggio regolare e lo fatturava. L'ex responsabile del settore Vendita e Servizi Voce, incalzato dalle domande dei legali, ha ribadito che soltanto lui era a conoscenza che il traffico telefonico fosse fittizio. Neanche il suo diretto superiore, Fabrizio Casati, ne era al corrente. E se durante gli interrogatori all'indomani del suo arresto ha detto cose diverse, ha spiegato al giudice, è stato perché era in condizioni psico-fisiche non ideali: «Stavo male e su alcuni punti sono stati impreciso perché volevo chiudere l'atto istruttorio al più presto, non ce la facevo più».

Secondo Crudele nel biennio 2004-2005 la compagnia telefonica per la quale lavorava aveva «problemi di cassa», c'era il rischio che non venissero pagate le tredicesime, per questo venne deciso di coinvolgere nell'operazione traffico telefonico Telecom Italia Sparkle, «perché non c'era abbastanza cassa per proseguire da soli». Un'affermazione alla quale ha voluto replicare Scaglia: «In quegli anni Fastweb era in un momento di grande sviluppo, vennero assunte 1500 persone e realizzati investimenti per un miliardo di euro».

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