Due settimane alle Comunali. E nella città della procura più discussa d’Italia, e dopo una serie di iniziative giudiziarie dal tempismo perlomeno sospetto, il tema della giustizia resta al centro della scena elettorale.
Dopo i manifesti anti-Pm, il caso delle firme per le Regionali e le vicende che riguardano i candidati Marco Osnato e Marco Clemente, per cui Pd e alleati si sono affrettati ad allestire processi sommari chiedendo passi indietro e auto-sospensioni, un nuovo caso scuote la campagna amministrativa. A sollevarlo il deputato del Pdl Giorgio Stracquadanio: «La procura della Repubblica di Milano - dice - deve immediatamente interrompere la campagna elettorale che sta conducendo giorno per giorno contro il Popolo della Libertà. È notizia di oggi (ieri, ndr) è che la procura avrebbe chiesto e ottenuto il divieto alla nostra manifestazione di solidarietà con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in programma per lunedì prossimo». «È il quarto intervento a gamba tesa contro il Pdl e i suoi esponenti - dice Stracquadanio - Si è iniziato con gli avvisi di garanzia sulla raccolta delle firme per le elezioni regionali dello scorso anno, inviati proprio il giorno della presentazione delle liste le comunali. Si è proseguito con le indagini sui manifesti contro le procure, dove si è subito messo nel mirino il vertice regionale del nostro partito. E in questa settimana è partito l’assalto nei confronti di un nostro candidato; Marco Osnato, persona integerrima e vicecoordinatore milanese del Pdl, nei cui confronti si è aperta un’inchiesta che fa acqua da tutte le parti e che non ha uno straccio nemmeno di indizio». Il tribunale e la questura escludono di avere rispettivamente chiesto e deciso la revoca. È il comando dei vigili a chiarire il «giallo». Il comandante Tullio Mastrangelo conferma che è stata la Polizia municipale a decidere: nessuna revoca o divieto, ma lo spostamento del gazebo e della manifestazione da via Freguglia a corso di Porta Vittoria: «Solo motivi di ordine viabilistico - assicura Mastrangelo - non cambia assolutamente nulla e i manifestanti resteranno davanti al Palazzo di Giustizia».
Giallo chiarito (forse) ma sulla questione la tensione resta altissima. Il sindaco Letizia Moratti ieri ha bacchettato il suo rivale, Giuliano Pisapia, per le ambiguità da (ex) garantista. Il Pisapia-deputato di Rifondazione Comunista sui temi etici e sociali aveva posizioni perfettamente in linea con un catalogo ideologico iper-libertario e laicista. Ma sulla giustizia l’avvocato milanese sembrava immune dal virus giustizialista che da anni ha colpito la sinistra. Dentro la «gioiosa macchina da guerra», insomma, ci stava da garantista. La coerenza, si sa, sotto elezioni è merce rara. E ora Pisapia tace, e lascia che i partiti della sua alleanza si scatenino.
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