Cronache

Il procuratore Pignatone: "Ho perso ma a Roma la mafia esiste"

Giuseppe Pignatone, il procuratore capo di Roma, insiste: "A Roma i clan esistono" e "lavorano incessantemente nel traffico di stupefacenti, nel riciclaggio di capitali illeciti, nell'usura"

Il procuratore Pignatone: "Ho perso ma a Roma la mafia esiste"

Giuseppe Pignatone ammette la sconfitta. La sentenza sul processo di Mafia Capitale ha escluso il reato di associazione mafiosa e questo "è il dato negativo di questa sentenza" ma il procuratore capo di Roma, intervistato da Repubblica, insiste: "A Roma i clan esistono" e "lavorano incessantemente nel traffico di stupefacenti, nel riciclaggio di capitali illeciti, nell'usura".

"Con questa indagine - dice - intendevamo proporre un ragionamento avanzato sul rapporto tra mafia e corruzione. Per altro, muovendoci nel solco della più recente giurisprudenza di Cassazione sull'articolo 416 bis. Ora, il tribunale ha espresso un parere diverso e dunque aspettiamo le motivazioni per comprendere quale è stato il percorso logico della decisione". "Se il tribunale ci convincerà, non faremo appello, altrimenti impugneremo", aggiugnge Pignatone che ricorda di aver sempre detto nelle sedi ufficiali che"Mafia Capitale era una "piccola mafia". Che non dominava Roma. Che Roma non è né Palermo, né Reggio Calabria. Inoltre, ed è un atto ufficiale anche questo, ho messo per iscritto nel parere che mi venne chiesto quando si pose il problema dello scioglimento o meno del Consiglio Comunale per infiltrazioni mafiose che non c'erano le condizioni". Il procuratore capo di Roma nega, dunque, che le sue indagini abbiano cambiato "il corso politico degli eventi a Roma" ed "esposto la città al ludibrio del mondo, significa attribuirci un uso politico della giustizia penale che non abbiamo in alcun modo esercitato".

Ma per Pignatone"Roma ha un'emergenza altrettanto grave, se non più grave della mafia. E sono la corruzione e i reati economici". "E su- conclude il pm - questo vorrei fosse chiaro a tutti che il mio ufficio non accetta, né intende rassegnarsi all'idea che tutto questo sia normale.

Faccia parte del paesaggio".

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