Antonio Signorini
da Roma
La prima contestazione è arrivata ancora prima che le agenzie battessero la sintesi delle 274 pagine, divise in dodici capitoli, che costituiscono la bozza del programma dellUnione. I Verdi e poi anche Rifondazione comunista, hanno disconosciuto il documento che ieri i fedelissimi di Romano Prodi hanno consegnato ai partiti della coalizione e ai media, perché - questa laccusa della sinistra radicale - sono stati cambiati ben 50 dei punti sui quali era stato trovato un accordo al seminario di coalizione di San Martino in Campo che si è tenuto ai primi di dicembre.
Difficile, almeno a prima vista, capire quali sono le ragioni di quella che - se la sinistra dovesse vincere le elezioni - potrebbe essere ricordata come la prima grana del governo Prodi bis. Nel programma dellUnione trovano infatti posto il ritiro dallIrak delle truppe italiane, il riconoscimento delle unioni civili, labolizione della legge Bossi-Fini sullimmigrazione, il superamento della legge Biagi e il «no» al ponte sullo Stretto. Tra le novità, che non dovrebbero dispiacere allultrasinistra, cè lassenza di ogni accenno al ritorno ad un sistema elettorale maggioritario, che era invece stato annunciato da Prodi, listituzione di unAuthority che si occupi solo di conflitto dinteressi e anche la tassazione delle rendite finanziarie.
Interessi tassati. La formula scelta dal centrosinistra (tassazione delle rendite finanziarie «ad un livello intermedio tra lattuale tassazione degli interessi sui depositi bancari e quella sulle altre attività finanziarie») fa pensare allidea di unaliquota unica al 19 per cento, che dovrebbe essere accompagnata dall«esclusione dei redditi di piccoli patrimoni». Ripercussioni anche per la famiglia. Al posto delle deduzioni e detrazioni, la sinistra sta pensando a «un unico trasferimento». A questa riforma si accompagnerà una non meglio precisata «correlata revisione dellIrpef». Una formula vaga che potrebbe aprire le porte ad un aumento delle imposte sui redditi medio-alti. Una tassa che tornerà di sicuro è quella di successione che il governo di Silvio Berlusconi aveva abolito per i redditi medio alti.
La Biagi diventa Maroni. Sul fronte del lavoro è stato confermato il «superamento» della legge Biagi di riforma del lavoro che, nel linguaggio della sinistra cambia ancora una volta nome e, da «legge trenta», diventa «legge Maroni». Il mercato del lavoro, con la sinistra al governo, diventerà meno flessibile, ma - e questa è una novità - non vengono cancellate le forme di lavoro previste dal pacchetto Treu, come linterinale. Una sorpresa che il Prc non ha gradito affatto.
Aumenti sullinflazione reale. Laltra novità riguarda linflazione programmata. LUnione vuole mandare in soffitta uno dei cardini della politica dei redditi. Occorre - si legge nel programma di governo - «superare il criterio dell'inflazione programmata nel rinnovo dei contratti di lavoro e definire i meccanismi più efficaci per garantire la copertura dellinflazione reale». Non è chiaro se il parametro debba diventare linflazione rilevata dallIstat o la cifra che potrebbe emergere da un annunciato monitoraggio «a livello centrale e territoriale dell'andamento dei prezzi e delle tariffe».
Il «disastro» dei conti. Vaghe le indicazioni di finanza pubblica. LUnione si pone come obiettivo di «far marciare insieme» la crescita e il risanamento. Lo strumento è una «due diligence» per «appurare lentità del disastro creato dal centrodestra» nei conti pubblici. Alla luce dei risultati di questo monitoraggio il centrosinistra vorrebbe poi rinegoziare con lUnione europea il rientro del deficit nei parametri del Patto di stabilità e crescita. Ancora più sfumato il riferimento al contenimento della spesa pubblica, mentre cè una chiara indicazione a costruire «un chiaro e coerente sistema di finanziamento della politica» perché lo scenario politico «non può essere dominato da chi ha risorse sufficienti per incartare la città con i manifesti giganti». Chiarissima anche lindicazione sulla Rai. La privatizzazione della Tv di Stato scompare totalmente dallorizzonte politico del centrosinistra.
Sì alle unioni civili. Il programma dellUnione mette anche paletti precisi. Cè ad esempio il «riconoscimento» delle «unioni civili» dove «non è dirimente il genere dei contraenti», ma va considerato il «sistema di relazioni» tra chi lo sottoscrive. Una descrizione troppo vaga per Prc e Verdi che avrebbero preferito un meno «blando» riferimento alla necessità di non discriminare alcun orientamento sessuale.
Ritiro dallIrak. La sinistra della sinistra aveva anche protestato perché nel testo arrivato ai partiti mancava la definizione «grave errore» per la guerra contro Saddam Hussein. Il testo dato ai media definisce invece «la guerra in Irak un grave errore». Se lUnione vincerà le elezioni, si legge nel programma, «immediatamente proporremo al Parlamento italiano il rientro dei nostri soldati definendone, anche in consultazione con le autorità irachene» le modalità.
Per gli immigrati Ius soli.
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