Prodi si autopromuove Berlusconi attacca: "Politicamente scorretto"

Nella conferenza stampa di fine anno il premier usa toni enfatici, che non sono sufficienti a nascondere la realtà di un Paese che ha bisogno di riforme e sviluppo. L'ex premier ribatte: "Addebitare ai governi precedenti le proprie colpe è un atteggiamento politicamente e moralmente scorretto"

Prodi si autopromuove 
Berlusconi attacca: 
"Politicamente scorretto"

Roma - Nella conferenza stampa di fine anno il premier Romano Prodi usa toni enfatici, che non sono sufficienti, però, a nascondere la realtà assai preoccupante di un Paese che ha bisogno come il pane di riforme e sviluppo economico, per non restare fermo al palo, fanalino di coda dell’Europa. “Questa finanziaria è appropriata perché crea un bilanciamento fra i nostri obiettivi, fra equità e sviluppo e pone rimedio ad anni di deficit e stagnazione economica”.
Il professore, quasi a giustificarsi per le proteste di piazza degli ultimi mesi, sottolinea che la finanziaria “tocca molti tasti dell'economia e molti aspetti della vita di tutti noi, come tale era inevitabile che creasse inquietudini e anche qualche incomprensione”. Poi l’annuncio sulle tasse: “È una manovra che non solo non aumenta, ma addirittura diminuisce le imposte di 500 milioni di euro”. L’entusiasmo del capo del governo si evidenzia soprattutto sugli investimenti: “Questa manovra dà il più corposo incentivo alle attività produttive mai messo in campo da una finanziaria. Nel 2007 andranno alle imprese 5 miliardi di euro, e nel 2008 ne saranno aggiunti altri 9. Mai un simile sforzo era stato fatto. E aggiungo che in questa finanziaria per la prima volta si allevia il peso contributivo a favore dei lavoratori dipendenti. È ovvio - aggiunge Prodi - che tutto questo può non piacere a qualcuno, ma con questa manovra diamo un grande contributo alla crescita che è il nostro obiettivo primario”.

Nel suo intervento a Palazzo Chigi il professore non nasconde una certa apprensione per i problemi strutturali dell'Italia, che “sono in gran parte ancora da affrontare”. Promette di farlo nel 2007, “l'anno della svolta”, ma intanto si sono sprecati sei mesi senza fare nulla. “L'Italia - ha proseguito il premier - cresce ancora troppo poco rispetto agli altri paesi europei: non possiamo essere sempre e solo all'inseguimento degli altri. Dobbiamo avere l'ambizione di trainare l'economia del Vecchio Continente mettendo in gioco tutte le nostre grandi risorse e potenzialità”.

Questi auspici per il momento sono riposti nel registro delle buone intenzioni per l’anno che verrà. Il premier è soddisfatto anche della compattezza della propria maggioranza.“La nostra maggioranza al Senato funziona e vota compatta”. Il continuo ricorso al voto di fiducia, però, dimostra l’esatto contrario. Così come il ruolo determinante giocato a Palazzo Madama dai senatori a vita, senza il cui sostegno il governo sarebbe caduto già diverse volte. Ma Prodi non accetta neanche di sfiorare questo argomento scabroso: "I senatori a vita sono senatori. È la costituzione a prevederli come senatori a pieno titolo, quindi è inutile ricominciare il tormentone". Ma il problema politico di una maggioranza che al Senato non ha i numeri, senza il voto dei membri non eletti dal popolo, resta comunque aperto. Il premier ci tiene anche a negare che si debba aprire una "fase due" nell'azione dell'esecutivo: "Chiamatela uno bis - dice il premier - o comma due, ma nel contenuto c'è una sostanziale, assoluta continuità nell'azione del mio governo ed è un'azione riformista".

L'unico punto di convergenza con l'opposizione, secondo il presidente del Consiglio, è quello da trovare per cambiare la legge elettorale e la riforma costituzionale: "È obbligatorio lavorare con le opposizioni. Se non c'è dialogo non si può fare nulla".

Intanto le acque sono sempre più agitate in seno alla maggioranza. I Comunisti italiani mandano un avvertimento al premier: “Nessuno si illuda - spiega Marco Rizzo - che lasceremo correre. Le pensioni non si toccano. Il governo deve rispettare il programma che tutte le forze che sostengono Prodi hanno sottoscritto a suo tempo, e sostenuto durante tutta la campagna elettorale, proprio quel programma tante volte citato e preso a modello e su cui gli elettori hanno espresso il loro consenso”. Il presidente del Consiglio cerca di prendere tempo: “Decideranno gli alleati e le parti sociali”. Ma il tema, scottante, resta all’ordine del giorno nell’agenda di Palazzo Chigi.

Nella sua lunga chiacchierata Prodi interviene anche in merito alla proposta di intitolare una via a Bettino Craxi: "Sono noti gli scontri che ho avuto con lui, ma se dedicassero, ad esempio a Sigonella, una via a Craxi credo che sarebbe giusto". Su questo punto arriva secca la replica del senatore di Forza Italia, Maurizio Sacconi: "Se Craxi merita una via o una piazza queste le merita ovunque, a partire dalla sua città, Milano".

Il premier, a chi gli chiedeva se nel futuro si ricandiderà a Palazzo Chigi, ha risposto scherzando: "Non mi sono mai posto orizzonti così lunghi.

Credo che cinque anni di lavoro intenso siano sufficienti, lo credo davvero". Resta però da vedere se il governo guidato dal professore durerà cinque anni. Un record che, sino ad ora, ha centrato solo Berlusconi, sia pure con alcuni rimpasti.

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