da Roma
La verità era alla luce del sole, scritta in audizioni e relazioni alle Camere, nelle pagine di una sentenza recente della Corte dei Conti: la maggior parte dei consorzi di bacino, enti «straordinari» delegati in Campania dal 1993 alla raccolta della spazzatura, non facevano il loro dovere, e in più erano a rischio dinfiltrazione mafiosa. Eppure allinizio del 2007 il governo Prodi, con una ordinanza (9 febbraio 2007), li ha nominati referenti unici della raccolta in Campania. E il 30 novembre 2007 il governatore Antonio Bassolino ne ha finanziati 15 con uno stanziamento di 7 milioni di euro. Ora il governo ha deciso di avviare la chiusura di 9 su 15 di questi consorzi allinterno dei provvedimenti «radicali» per risolvere «in ventiquattrore» lemergenza dei rifiuti in Campania.
Per il governatore Antonio Bassolino è la prima sconfessione da parte dellesecutivo di Prodi: lordinanza del governo «smonta» più della metà della struttura di raccolta rifinanziata quarantuno giorni fa dalla Regione Campania. Ma a ben vedere il governo sconfessa anche se stesso, perché oltre ad aver rafforzato a febbraio il ruolo di queste strutture, con unaltra disposizione (ordinanza del 30 giugno 2006) aveva precedentemente assegnato ai consorzi di bacino «un contributo massimo pari a euro 43 milioni». Insomma, nellultimo anno e mezzo una pioggia di finanziamenti è caduta su questi enti di raccolta dei rifiuti che hanno prodotto risultati scadenti, come si può vedere dal disastro della spazzatura a Napoli, e dagli atti delle commissioni parlamentari o della Corte dei Conti.
E cè da chiedersi perché, nonostante tutti questi «avvisi», Bassolino abbia rifinanziato a novembre 15 consorzi di bacino e il governo non sia intervenuto per chiuderli fino ad oggi.
Con unordinanza, Prodi ha dunque ora (soltanto ora) deciso di sciogliere «per inadempienze e scarsi risultati» nove consorzi, di cui i cinque di Napoli e i quattro di Caserta. A questi nove consorzi la giunta Bassolino aveva destinato la maggior parte dello stanziamento di 7 milioni di euro del 30 novembre 2007: 769.514 euro al consorzio «Napoli 1», 742.097 al «Napoli 2», 595.870 euro al «Napoli 3», 1.130.918 al consorzio «Napoli 4», e ancora, 136.447 euro al consorzio «Caserta 1», 509.132 euro al consorzio «Caserta 2», 427.244 euro al «Caserta 3» e 240.625 euro al «Caserta 4». In totale: oltre 4 milioni e mezzo di euro. Che ne sarà adesso di quei soldi?
Sui consorzi di bacino della Campania la commissione parlamentare dinchiesta sui rifiuti ha speso parole durissime nellultima relazione alle Camere (potrebbero essere possibili «luoghi di incontro tra malavita camorristica e mala amministrazione»). Ma il campanello dallarme laveva suonato ben prima la Corte dei Conti, che in una sentenza di giugno sulla gestione commissariale scriveva, citando il «commissario delegato»: «Alcuni generali dei carabinieri ed alcuni prefetti, dopo aver preso visione della situazione di alcuni consorzi, hanno rinunciato».
Strutture disastrate, aveva ammesso anche il presidente del consorzio «Napoli 4» alla commissione Ambiente del Senato il 14 febbraio 2007: «La situazione che ho trovato - aveva dichiarato - è quella di un consorzio che non svolgeva alcuna attività da 16-18 mesi, e quindi gestiamo 256 persone che non hanno nulla da fare. I bilanci sono fermi al 2004». Nessuna raccolta, nessun bilancio. È passato quasi un anno da quella testimonianza.
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