da Roma
Da oggi cè un po dItalia in meno nel mondo. Le onde del destino, soprattutto se sono corte come la memoria di qualche politico, riservano tristi sorprese. Dopo 77 anni, il nostro Paese abbandona un pezzo di storia, legato al nome di Guglielmo Marconi. Rai International manda in soffitta le trasmissioni per lestero in onda corta, chiude in cantina 22 delle 25 lingue in cui trasmetteva notiziari in tutto il mondo. E lascia per strada 31 «traduttori-annunciatori» che fino a ieri lavoravano come «cachettisti» per il servizio, esercitato in convenzione con la presidenza del Consiglio. I sindacati non ringraziano: «Va bene la libertà delle scelte editoriali, ma se leffetto è una fuoriuscita di personale è necessario un confronto», sospira Marco Cupoletti, della Fistel Cisl. Lassemblea di redazione di Rai International solidarizza con i traduttori rimasti appiedati, la Cgil rimarca labbandono di un servizio che dovrebbe informare sullItalia anche chi non parla litaliano. Una decisione politica, presa in occasione del rinnovo della convenzione con Palazzo Chigi, che punta tutto sulla tv e su un nuovo canale satellitare, stornando a favore del piccolo schermo i soldi un tempo appannaggio delle «onde corte». Video killed the radio star, insomma. E un vanto dellItalia finisce seppellito tra le parole di un sorridente Romano Prodi. Il premier, nella conferenza stampa di fine luglio che ha sancito il de profundis sia per le onde corte che per i servizi informativi in lingua straniera, ha definito il nuovo accordo «un primo, grande, sistemico passo in avanti, assolutamente essenziale sia per linteresse delle nostre comunità allestero, sia per la necessità di presentare lItalia ai Paesi stranieri come un Paese serio, con problematicità complesse». Quale miglior modo di presentarlo che spegnere la radio, lunico strumento informativo disponibile in molte aree, dalla Cina allIndia, dallAfrica al Sudamerica, dove connessioni a internet e parabole non sono alla portata di chiunque?
Così, mentre Bbc e Radio vaticana investono sulle onde corte, lItalia diventa lunico Paese del G8 che rinuncia a questa tecnologia, definita «retaggio della guerra fredda» dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega allEditoria, Ricardo Franco Levi. Già con Cattaneo la Rai aveva messo in vendita lo storico centro di trasmissione di Prato Smeraldo, a Roma. Voluto da Marconi, da lui inaugurato il primo luglio del 1930 come Centro Radio Imperiale dellEiar, diffondeva in onda corta notiziari e propaganda nelle colonie dellItalia fascista: nel 34 da Prato Smeraldo partivano trasmissioni in inglese per il Nord America, nel 1937 anche in arabo per lAfrica. Nel dopoguerra le trasmissioni per lestero, gestite inizialmente da Palazzo Chigi, finirono affidate in convenzione alla Rai, ora confluite in Rai International, diretta da Piero Badaloni. Da oggi i notiziari in 25 lingue, dallamarico allo svedese, sono soppressi, con lesclusione di inglese, tedesco e francese. Il vicedirettore di Rai International con delega per la radio, Maurizio Bertucci, sospira. «Ci hanno detto che la chiusura è prevista dalla legge Gasparri. Abbiamo tentato di far capire che questa tecnologia era un patrimonio storico del Paese e dellazienda, ma la decisione è stata questa».
Tirato in ballo, lex ministro delle comunicazioni Maurizio Gasparri non ci sta. «Cancellano le trasmissioni per lestero senza offrire unalternativa. Hanno il controllo totalitario della Rai e sono bugiardi professionali».
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