(...) Anche perché, stando a quanto riferito in Sala Rossa da Pastorino (interrogato in merito dai consiglieri Grillo Guido e Lilli Lauro, Pdl, Antonio Bruno, Prc, Salvatore Lecce, Pd, Giuseppe Murolo, L'Altra Genova e Gianni Bernabò Brea, La Destra) il Comune sta aspettando che il governo «batta un colpo perché - dice l'assessore - non è mancanza di trasparenza da parte nostra, si tratta di scelte ancora premature. Prima di decidere dove e come dovremo sapere quante persone arriveranno e di che tipologia saranno. Diverso è prepararsi per ospitare famiglie con bambini, che hanno esigenze particolari, o soli uomini, per i quali si può pensare anche a una soluzione più approssimativa».
Eppure qualche sito già c'è, individuato dal Comune secondo due principi: devono poter ospitare gruppi di 70 persone, per ognuna delle quali vanno previsti almeno 10 metri quadri, più i servizi igienici. Tutti equamente distribuiti sui nove municipi. Tra i siti più interessanti, almeno per il momento, sembra non figurare la caserma Doria di Carignano, contro l'utilizzo della quale si sono già schierati cittadini e politici.
Il capogruppo regionale Pdl Matteo Rosso ed il responsabile sicurezza Pdl Liguria Gianni Plinio hanno già fissato per sabato mattina, su richiesta di molti residenti, una raccolta-firme davanti alla caserma. Gli esponenti del Pdl, chiedono che vengano individuati siti alternativi, al di fuori della città. Le alture potrebbero essere una soluzione: «Sul tipo di forte Begato - si legge in una nota scritta -, in modo tale da ridurre al minimo i problemi di convivenza». Ma, almeno su Carignano, l'assessore azzarda una risposta: «Ricordo che la struttura è del demanio - dice Pastorino - E per quanto noi si pensi che ognuno debba fare la sua parte, non possiamo decidere in casa d'altri».
Alla «chiamata» parteciperà anche la Provincia di Genova: Palazzo Spinola coordinerà le offerte di accoglienza dei Comuni e metterà a disposizione 18 mediatori culturali.
Dal governo, una risposta potrebbe arrivare già oggi, dopo una riunione a palazzo Chigi, o domani, dopo un incontro a cui prenderanno parte i presidenti di Regione. «Oppure, sa cosa accadrà? - chiede retorico l'assessore - Decideremo noi. Cioè diremo che Genova potrà ospitare 150, 200 profughi e su queste indicazioni ci muoveremo». E, intanto, dall'estrema sinistra arriva la provocazione. «Perché non ospitarli in casa - dice Antonio Bruno, capogruppo di Rifondazione Comunista -? È un po' come facemmo per l'alluvione del Polesine».
Ma mentre nei palazzi si discute, l'emergenza si fa sempre più vicina. A Ventimiglia sono arrivati nella notte tra lunedì e martedì 200 tunisini. Erano su treno proveniente da Roma. I più, cercano di varcare il confine con la Francia. Ma i controlli sono sempre più serrati. Ieri mattina, infatti, la gendarmerie ha fermato 27 clandestini, trasferiti poi nel Cie di Torino. «Ventimiglia vive una situazione difficile - afferma il consigliere regionale e vicecapogruppo del PdL Marco Scajola - a causa dell'atteggiamento della Francia che sta assumendo posizioni di forte chiusura, sperando che solo l'Italia si faccia carico di questa vicenda». La risposta arriva dallaltra parte dello schieramento: Simone Leoncini, coordinatore esecutivo regionale di Sinistra Ecologia Libertà, accusa gli avversari di essere «ipocriti e privi di senso cristiano della pietas».
La Liguria comunque si prepara. Regione, Anci e Province, si sono riunite ieri pomeriggio per discutere del contributo della Liguria alla gestione dell'emergenza profughi.
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