Il problema, per gli altri, è che «noi non molliamo mai» dice Jean Todt, annuisce il presidente tifoso Montezemolo, fa un cenno con il capo - spesso è la massima espressione della sua loquacità - Kimi Raikkonen, e sorride Felipe Massa. Davanti ai trentamila tifosi di rosso vestiti che hanno invaso e colorato le colline del Mugello, circuito dimpennate ma anche circuito della Ferrari, nel senso di proprietà, cera persino colui che il Cavallino azzoppato da ventanni di delusioni laveva preso per le redini e invitato ad alzarsi per poi galopparci a lungo assieme: Michael Schumacher.
Il problema, per gli altri, è che alla festa Ferrari, davanti ai tifosi in delirio per il solito corollario di manifestazioni, di sacrosanti bene-bravo-bis, di gare Challenge come la finale mondiale 430, di esibizioni come quella dellavveniristica FXX, il problema è che sono state dette certe cosine che se fossimo nei panni motoristici della McLaren-Mercedes, della Bmw, della Renault, se fossimo nei panni ignifughi di Alonso, Hamilton, Kubica e tutti gli altri, non dormiremmo mica sonni molto tranquilli. Perché il senso del rampante-pensiero è uno e uno soltanto: «Abbiamo vinto entrambi i titoli nonostante i problemi di affiatamento perché il team era cambiato», abbiamo vinto con un pilota allesordio in rosso dopo anni con Schumi.
Già, Schumi. Ospite donore nella parata maranelliana con Raikkonen campione del mondo, Massa complice iridato, e poi il collaudatore di una vita, Luca Badoer, e quello più fresco, Marc Genè. «No, non tornerò mai più in F1 - dirà Michael -, mi dispiace, ma la vita è bellissima anche senza le corse... Ha vinto il team migliore, nonostante i guai di affidabilità».
Il problema, per gli altri, è che ora è obbligatorio anche credere a Kimi, il campione, quando dice: «Francamente, in questi giorni mi sono rilassato, però non ho ancora davvero realizzato quanto fatto... Mi piace lidea di aver sorpreso tutti, e questo rende la vittoria ancora più bella. Il prossimo anno dovrebbe essere più facile, sia per me che per la squadra». Prolisso comè, ha già detto tutto, però è in vena di regali: «È difficile dire adesso come lavoreremo sulla vettura nel 2008, ma le sensazioni fin qui ricevute sono ottime. Non ci sarà il controllo di trazione? Qual è il problema? Anche quando debuttai non cera, anzi, lanno prossimo mi divertirò di più. Nel 2008 farò del mio meglio, questinverno mi preparerò al massimo... La spy story, la McLaren, ho lavorato con loro, mi hanno sorpreso... ».
Il problema, per gli altri, è che questa Ferrari ha vinto un mondiale nonostante la squadra giovane, i piloti da amalgamare, nonostante la spy story. «Per essere onesti, non avrei mai scommesso su questa vittoria» ha ieri onestamente ammesso lad Jean Todt. Perché - ha spiegato - è stata una stagione di transizione sotto diversi aspetti. Il team non era ben coeso e ne abbiamo pagato le conseguenze, anche a livello di affidabilità. Spero che certi problemi non si ripetano il prossimo anno». Lo spera anche Felipe Massa, «mi è pesato non vincere il mio Gp di casa, ma sono fiero di aver aiutato la Ferrari, non guardo indietro, io guardo solo avanti».
Cè un altro pilota che guarda avanti: si chiama Lewis Hamilton.
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