RomaIl sogno è quello di credere in un welfare diverso. Lo Stato sociale italiano avrebbe bisogno di una grande revisione. È vecchio, tarato sulla civiltà del posto fisso, con lambizione di garantire tutti, spesso soprattutto i più furbi, dalla culla alla tomba. Il guaio è che da tempo non funziona più bene, perde, e non difende chi vive veramente senza speranza. Il welfare italiano non apre più il paracadute dove serve. Tra i pensionati poveri, tra i disoccupati di cinquantanni, tra chi non ha una famiglia alle spalle, tra i precari e tra le coppie con figli senza casa, perché non hanno un padre o un benefattore che gli anticipi i soldi. È una riforma enorme da fare. Ma qualche passo, importante, nel frattempo può essere più che utile. È da qui che nasce lidea di Giorgia Meloni, ministro della Gioventù, di tre mosse per la generazione mille euro (se va bene).
Primo passo. Subito. Già oggi, primo settembre 2011, per i precari sarà più facile ottenere un mutuo per lacquisto della prima casa, a condizioni di favore. Quali sono le condizioni? È per tutte le coppie di precari, meno di 35 anni, un reddito non superiore ai 35mila euro allanno. Non si può comprare qualsiasi appartamento. La casa non deve superare i 90 metri quadri e non deve costare più di 200mila euro. Il fondo, gestito dalla Consap, rilascia garanzie a favore delle banche per il mutuo fino a 75mila euro. I tassi dono particolarmente vantaggiosi. Nel caso di mutui a tasso variabile non potranno infatti essere superiori a Euribor più 150 punti base per durate uguali o superiori a 20 anni e a Euribor più 120 punti base per durate inferiori. Nel caso invece di mutui a tasso fisso non potranno essere superiori a Irs più 150 punti base per durate uguali o superiori a 20 anni e Irs più 120 punti base per durate inferiori.
Lo Stato garantisce il 50 per cento della quota capitale e le banche non potranno chiedere ulteriori garanzie. È un modo per realizzare quello che sta diventando quasi impossibile se non hai una famiglia ricca alle spalle: comprarsi una casa. I precari, come si sa, non possono andare in banca con una busta paga che oggi cè, domani chissà. Non gli fanno credito. Niente mutuo. Niente casa. Sei costretto a vivere con affitti sempre più cari, con un domani in forse e con limpossibilità di costruire qualcosa di concreto. La casa lo è. È concreta. È un investimento. È qualcosa di tuo da cui partire per costruire un futuro. Il fondo del ministero apre una possibilità. Non è la sola.
Cè anche un fondo per studiare, per andare alluniversità, per un master. La filosofia è quella del prestito donore. Luniversità pubblica resta un miraggio per le famiglie che non possono permettersi uno studente fuori sede. Ci sono tanti ragazzi che arrivano al liceo con ottimi voti e poi si fermano lì. Non per scelta, ma per necessità. In questi casi le belle parole servono a poco. Servono i soldi. E coraggio. Il prestito donore è una scommessa su se stessi. Non è una rivoluzione, ma è meglio di quanto fatto finora.
Il terzo fondo è per chi aspetta un figlio, giovani e madri in attesa di un bambino.
La proposta Per un welfare diverso
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