Proprietari trotto divisi per affarucci di bottega

Ernesto Cazzaniga*

Vi è molta fibrillazione per le prossime elezioni dell’Upt (Unione proprietari trotto), nelle quali sono un candidato alla presidenza. Francamente mi pare di rilevare po’ troppa agitazione da parte dei soliti noti che si sbracciano con comunicati di sostegno verso la lista capeggiata dell’avvocato napoletano Gragnianiello persona, mi dicono, di ottimo livello, anche se, forse, un poco inesperto di questo settore. Se l’avvocato avesse avuto una conoscenza più approfondita del settore, probabilmente non si sarebbe speso direttamente e attraverso le esternazioni del sempre più debordante Maurizio Mattii, che pare diventato il portavoce della lista, su di un programma basato quasi unicamente sulla ipotesi di riunificazione della frammentata rappresentanza dei proprietari. La frammentazione dei proprietari parte da lontano, per motivi di cassa e “di bottega”, che molto poco hanno a che fare con l’interesse generale della categoria. la possibilità alle delegazioni locali di trattenere una cospicua parte dei contributi associativi, che ha creato la premessa e le successive condizioni della frammentazione, anche se molto limitata come vedremo in seguito, della unicità dell’UPT. Il più delle volte il candidato locale battuto, non volendo rinunciare al cadreghino e alla cassa, si è inventato una nuova sigla ed ha cercato di “aprire bottega” come si dice a Roma. Vi risparmio il lungo elenco, non senza citare alcuni dati significativi in proposito: l’Upt, ha al suo attivo oltre 1800 soci, tutti regolarmente iscritti e certificati dall’Unire, i quali complessivamente rappresentano oltre il 70% del montepremi, tutta la pletora delle altre dieci sigle non supera il numero di settecento soci circa. Questo lo stato dell’arte, ecco perché mi pare, se non altro ingenuo impostare una campagna sulla ipotesi di riunificazione, allo stato delle cose assolutamente improbabile se non con un intervento regolatore da parte dell’Unire.
Chiarito quanto sopra passerei ad una serie di ipotesi di lavoro probabili e sostenibili, che mi impegno a portare avanti nel caso fossi chiamato alla responsabilità della carica. Il punto fondamentale è l’aumento del monte premi ovviamente. Ma anche la sua distribuzione. Dai dati 2005, ai proprietari sono andati 99 milioni, agli allevatori 36 milioni comprensivi di qualifiche e provvidenze all’allevamento, agli allenatori guidatori 16 milioni circa, compresi rimborsi spese, Tris Totip ecc. Dove si potrebbe agire: nella voce complessiva degli allevatori, vi sono 12milioni circa di provvidenze all’allevamento, per le quali il Subcommissario Masini aveva ipotizzato la possibilità di caricare queste voci al Ministero delle Politiche agricole, mi pare una strada da percorrere, sulle somme destinate agli allenatori guidatori comprensivi di spese e contributi Tris e totip, io penso che è ragionevole pensare di potere operare un piccolo risparmio a favore del montepremi ordinario. Inoltre poi abbiamo da sempre aperta la questione del riequilibrio interno tra trotto e galoppo, che nella peggiore delle ipotesi dovrebbe portare ad un ulteriore 10% del montepremi a favore del trotto. Nell’ipotesi, di una mia responsabilità nella gestione dell’Upt, chiederei una forma di riequilibrio delle voci di cui sopra, attraverso una sorta di concertazione, senza guerre di religione, se non vogliamo vedere sparire completamente dal panorama ippico la figura del proprietario. Nel frattempo mi aspetto dalla attuale dirigenza Anact la giusta battaglia per il riequilibrio delle risorse con il settore confratello del galoppo. Noto poi un certo nervosismo ed una caduta di “stile” dal solito Maurizio Mattii, il quale si lascia andare ad affermazioni nei miei confronti che troveranno soddisfazione nella sede appropriata, non senza fare notare al medesimo che i miei vizi, tutti legittimi e sani, me li sono sempre pagati con la mia tasca, non avendo mai svolto lavori dipendenti, come nel caso dello stesso.

Come mai questa improvvisa caduta di stile, non sarà che forse c’è puzza di bruciato in merito alle prossime elezioni Upt? Mi spiacerebbe molto perché nel mio caso non cambia nulla, io rimarrei sempre lo stesso, forse che per qualcun altro si prospetti la definitiva uscita anche dall’ultimo incarico? Un posto da lavamacchine comunque nella mia concessionaria Nissan, da parte mia, stia tranquillo c’è sempre.
* ex presidente dell’Anact (Associazione nazionale allevatori del cavallo trottatore)

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