Provincia, solidarietà di tutti meno uno a Giordano Solo Palazzo Tursi mantiene il silenzio stampa

Provincia, solidarietà di tutti meno uno a Giordano Solo Palazzo Tursi mantiene il silenzio stampa

Da An a Forza Italia, dal Pd al presidente della giunta provinciale Alessandro Repetto: proseguono gli interventi di solidarietà per il nostro direttore Mario Giordano minacciato sul sito internet dell'Italia dei Valori. Dopo quelli in Senato dell'altro giorno il caso continua a tenere banco pure in Liguria. In Regione i gruppi politici, anche di centrosinistra, si sono schierati contro l'attacco al Giornale. E se ieri è stata la volta del consiglio provinciale, adesso all'appello manca soltanto Palazzo Tursi che rischia di rimanere isolato. Così come è rimasto da solo, con i suoi ragionamenti, ieri sera il capogruppo di Di Pietro a Palazzo Spinola, Stefano Ferretti. Centrodestra e centrosinistra, sia pure con differenti sfumature, hanno ribadito come in democrazia debba essere garantita la libertà di opinione e certi metodi siano da evitare. Il primo a parlare durante la riunione consiliare è stato il capogruppo di Forza Italia Paolo Bianchini. «Il nostro documento - spiega Bianchini - è condiviso da tutta l'opposizione, Udc compresa, ma, in linea di principio, è stata accettata anche dalla maggioranza, sia pure con accenti differenti. I giornalisti svolgono un lavoro preziosissimo di mediazione fra politici e cittadini. Devono essere liberi di esprimersi anche criticando. Giordano, con i suoi fondi e le inchieste del suo giornale, anche pungenti, ha fatto soltanto il suo mestiere».
«Ho preso atto - dice il presidente Repetto - della valutazione complessiva del consiglio che esprime solidarietà a Giordano per le minacce ricevute annotando la posizione del rappresentante dell'Idv. Occorre rispettare il direttore del Giornale così come tutti i giornalisti. La libertà di opinione è sacra. Inchieste e critiche sono doverose. Con l'opposizione e con i giornali di area differente dalla nostra occorre una relazione civile e matura politicamente. Non bisogna mai esagerare e minacciare chi ha idee differenti».
«Se sul nostro sito ci sono cose di rilevanza penale - spiega Ferretti - consiglio a Giordano di rivolgersi al giudice. Che l'informazione in Italia sia viziata dai mezzi di comunicazione in mano a Berlusconi è un dato di fatto. Chi ha fatto minacce, se di questo si tratta, deve assumersi le sue responsabilità. Io sono stato attaccato con faziosità dalla redazione genovese. Questo però, se da un lato dimostra l'inaffidabilità del Giornale, dall'altro non mi autorizza a minacciare un giornalista o un caporedattore. Tornando alla vicenda Giordano Li Gotti, non ho conoscenza dei dettagli e quindi non commento».
«Non ho visto il sito e non ho letto tutti gli articoli sul caso Giordano - spiega il vice capogruppo del Pd Francesco Chiantia - va comunque garantito il diritto di informazione e di critica a chiunque. Certi mezzi e metodi, così come gli attacchi al direttore, sono riprovevoli e non vanno usati. Ricordo, tuttavia, che alcuni mesi fa, quando i giornalisti di Chi l'ha visto furono attaccati e insultati da squadristi, che invasero pure la sede Rai a Roma, l'opposizione del centrodestra in provincia non ritenne opportuno usare la stessa fermezza e gli stessi toni con i quali adesso esprimono solidarietà al Giornale».
«È uno scandalo - aggiunge Raffaella Della Bianca di Forza Italia - la presa di posizione di Ferretti che non ha condannato le minacce a Giordano insieme al resto del consiglio. Come possiamo poi spiegare, per esempio agli ultrà, che non bisogna usare la violenza? Quando L'Espresso ha fatto la stessa inchiesta sui beni patrimoniali del ministro Brunetta, nessuno ha mai pensato di scrivere alcuna minaccia al direttore del settimanale sul nostro sito online». Si associa al coro di solidarietà anche Roberta Gasco, consigliere regionale Udeur: «Durante la seduta del consiglio regionale dell’altro giorno, i miei colleghi hanno espresso tutta la loro solidarietà a Giordano, vergognosamente insultato e minacciato sul sito ufficiale di Idv.

Purtroppo, trovandomi molto influenzata, ho dovuto abbandonare la seduta prima che tale documento venisse sottoscritto. Mi sembrava, dunque, doveroso unirmi alla voce dei miei colleghi ed esprimere tutta la mia più sincera e sentita solidarietà al direttore».

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