«Lasciatemi spiegare la ragione per la quale, la mia squadra e io, stiamo andando a compiere un attentato in Gran Bretagna», dichiara in inglese un terrorista incappucciato. «Se i miei colleghi, compagni e fratelli musulmani muoiono oggi o stanotte, ogni goccia di sangue rafforzerà la causa musulmana». La minaccia è stata ripresa in un video il 9 giugno scorso su una spianata assolata tra Pakistan e Afghanistan, retrovia dei talebani e di Al Qaida. Il terrorista che parlava inglese era uno dei 300 «benedetti» da Mansoor Dadullah, uno dei cinque liberati in cambio di Daniele Mastrogiacomo, l’inviato di Repubblica preso in ostaggio dai tagliagole islamici in Afghanistan.
Durante la cerimonia di fine corso per gli aspiranti kamikaze è stato annunciato che altre cellule colpiranno gli Stati Uniti e la Germania. Lo stesso Dadullah ha lanciato cupe minacce: «Questi americani, canadesi, britannici e tedeschi vengono in Afghanistan da posti lontani. Perché noi non dovremmo andare a cercarli a casa loro?».
Dei due arrestati per la macchina in fiamme lanciata contro l’ingresso all’aeroporto di Glasgow si sa che hanno lineamenti asiatici e si sospetta che provengano dal Pakistan. Nelle scorse settimane sono stati arrestati proprio in Pakistan tre cittadini tedeschi, due dei quali convertiti all’islam, che cercavano di rientrare in patria per compiere attacchi kamikaze. La polizia tedesca conferma: «Si tratta di persone che hanno vissuto in Germania, e sono state addestrate in campi nel Pakistan». Uno di questi, Alim N., è stato fermato il 18 giugno all’aeroporto di Karachi. Secondo il quotidiano Sueddeutsche Zeitung, aveva lavorato per un’azienda tedesca che gli consentiva di accedere all’Istituto europeo per il transuranio (Itu), nei pressi del reattore nucleare per la ricerca di Karlsruhe. L’aspirante kamikaze aveva da tempo la cittadinanza tedesca ed era già stato segnalato come elemento pericoloso dell’estremismo islamico.
Volontari della guerra santa internazionale con passaporti europei sono stati scoperti anche tra le vittime dei bombardamenti etiopi e americani contro le sacche di irriducibili delle corti islamiche in Somalia. In marzo squadre delle Sas, i famosi corpi speciali inglesi, sono penetrati in Somalia per raccogliere i resti dei cadaveri che rendessero possibile l’identificazione con il test del Dna. Le squadre speciali avevano ricevuto precise informazioni anche da altri Paesi, come la Francia, la Spagna, l’Italia e la Germania. I cadaveri di quattro britannici passati ad Al Qaida sono stati individuati e i loro parenti e amici rimasti in Inghilterra posti sotto sorveglianza.
La scorsa settimana il ministro degli Esteri di Sydney, Alexander Downer, ha rivelato che in Libano sono stati arrestati tre cittadini australiani con l’accusa di aver aderito a Fatah al Islam, un gruppo integralista palestinese, emulo di Al Qaida.
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