Valeria Arnaldi
La Quadriennale di Roma apre gli archivi al pubblico. Dopo un attento restyling dei locali che ha preso il via nel 2004, è stata inaugurata ieri la biblioteca-archivio, allinterno del Casale ottocentesco di Villa Carpegna, sede della Fondazione. «In uno spazio storicamente rilevante - spiega Gino Agnese, presidente della Quadriennale - trova posto una struttura tecnologicamente avanzata, con postazioni informatiche per laccesso a banche dati, servizi multimediali e un archivio compattato, che consente di avere rapido accesso ai volumi». A disposizione degli studiosi circa 14mila fascicoli monografici dedicati agli artisti attivi in Italia dagli anni Venti a oggi. Non solo i grandi, ma quanti pur avendo avuto una effimera fortuna, sono stati testimoni delle tendenze artistiche dellepoca. «È uno spazio allavanguardia per lintero paese - prosegue Agnese - e un primato per Roma. Lobiettivo è promuovere larte contemporanea, guardando ai grandi del Novecento e ai giovani di talento, per scommettere su quelli che saranno i maestri di domani». In un costante aggiornamento sulle tendenze artistiche, la Quadriennale ha deciso di ospitare nelle due sale - anche queste recentemente ammodernate - al piano terra del secentesco Casino Nobile, un articolato programma di mostre, convegni, seminari e presentazioni di libri. Il «debutto» di questo cartellone di eventi non poteva che essere affidato al volume dedicato a uno dei momenti più significativi della storia della Fondazione. La Grande Quadriennale. 1935: la nuova arte italiana, a cura di Elena Pontiggia e Carlo Fabrizio Carli - inserita nella collana «I quaderni della Quadriennale» di Electa - è la prima monografia dedicata allevento che ebbe il merito di fornire un attento profilo della situazione artistica italiana tra fine del realismo, consacrazione di primitivismo e aerofuturismo e «scoperta» di Fontana, Cagli, Capogrossi, Afro e Mastroianni. «Lesposizione, con 1800 opere e 700 artisti, fu la più significativa dellintero secolo - dice Pontiggia -. Per la prima volta in una mostra pubblica furono esposte opere degli Astrattisti. Fu consacrato, inoltre, il ruolo della Scuola Romana». «Ci fu un chiaro intento di scommettere sui giovani - aggiunge Fabrizio Carli -. La prova è nei pannelli decorativi di Cagli. Lartista non fu invitato, ma lopera gli fu commissionata, a sottolineare lattenzione per il nuovo».
Sulla Quadriennale è stato realizzato anche un documentario, che riunisce il materiale archivistico della Fondazione, dellIstituto Luce e della Rai: «Quattordici Quadriennali» di Silvana Palumbieri. Prodotto da Teche Rai, il filmato è inserito nellarchivio di Villa Carpegna. «È solo linizio - dice Agnese -.
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