«Andreaaaa!!!». Il capufficio chiama - invano - il travet. Ma lui non risponde. La sua è una «pausa-caffè» che dura, mediamente, quanto l’intero orario di lavoro. E poi, quando finalmente il desaparecido tona al proprio posto, eccolo iniziare a parlottare amabilmente, fedele al motto reso celebre dalla Ferillona nazionale: «Quanto sci piasce chiacchierà!», scandito con impeccabile dizione romanesca.
I soliti italiani (meridionali?) scansafatiche, penserà qualcuno. Invece no. I campioni del blabla da scrivania sono gli irlandesi; seguiti dai tedeschi (skanovisti sì, ma della ciancia oltre che della birra); dagli svedesi (altro che popolo freddo, quando c’è da bisbigliare si scaldano alla grande); chiudono la classifica del pissipissi, i nostri connazionali che, con i loro miseri 21 minuti netti di pettegolezzi, fanno la figura dei gran faticatori. Tutto ciò dando per buoni i dati tratti dall’«indagine internazionale» curata da lastminute.com, condotta su un campione di nove paesi europei. Cifre che hanno portato (immaginiamo attraverso calcoli piuttosto cervellotici) perfino a quantificare il danno che queste chiacchiere causano - in termini di ore lavorative - alle aziende italiane. Tenetevi forte, perché la mazzata è notevole: 83 milioni di euro all’anno, praticamente una mini manovra finanziaria (specialità di cui l’Italia detiene il record mondiale).
Ma qual è l’argomento principe della ciarla che scatta immediatamente dopo aver timbrato il cartellino? «Una delle attività che attenuano lo “stress da rientro“ al lavoro - spiegano gli autori della ricerca - è senza dubbio la rievocazione delle vacanze appena passate, trascorse in spiaggia, in relax a bordo piscina o in qualche località da sogno».
Le storie di viaggio che poi si raccontano più volentieri a livello europeo sono aneddoti divertenti (49%), come essersi smarriti o dialoghi in lingue straniere improvvisate, mentre gli italiani hanno una predilezione per le storie d'amore nate in vacanza (23%, la percentuale più alta in Europa) o per i racconti che li vedono in compagnia di persone incontrate durante il viaggio (36%).
Dai dati diffusi da lastminute.com si scopre che nel descrivere le proprie vacanze «non si è sempre sinceri e spesso si tende a colorire il racconto» (insomma, si raccontano balle clamorose). I più menzogneri? Sempre loro, gli insospettabili irlandesi: il 29% ammette di mentire o di esagerare nel raccontare a colleghi e amici le proprie esperienze.
Quanto ci piace chiacchierare (in ufficio)
Blabla da scrivania. Sondaggio tra gli impiegati di nove Paesi europei. Gli irlandesi campioni di bugie. Per le aziende un danno da 8 milioni di euro. I nostri connazionali spettegolano in media 21 minuti al giorno: italiani logorroici?
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