Quanto costano gli esoneri Buttati 13 milioni in tecnici

Quanto costano gli esoneri Buttati 13 milioni in tecnici

Mi costi, ma quanto mi costi! E’ la considerazione che i presidenti rivolgono ai rispettivi allenatori e a quelli che comunque restano a libro paga dopo l’esonero o il licenziamento in tronco. Quasi mai separazione consensuale però, perché nessun tecnico vuole rinunciare allo stipendio fino al termine del contratto, salvo che si stabilisca una congrua buona uscita (Gasperini docet) e via, amici come prima. Anche perché gli allenatori mandati prematuramente a casa dopo 13 giornate sono già otto, cui vanno aggiunti i due esonerati ancor prima dell’inizio del campionato (Donadoni dal Cagliari e Pioli dal Palermo): un numero record che non ha precedenti nella storia moderna della serie A.
Addio a loro ma anche a una considerevole fetta di bilancio perché, con contratti biennali in vigore, la società deve continuare a versare lo stipendio mensile al tecnico e anche alla sua nutrita schiera di collaboratori, dal vice allenatore, al preparatore fisico, al preparatore dei portieri, al tattico e chi più ne ha più ne metta. Gli esempi? A bizzeffe: la new entry Serse Cosmi si porta a Lecce i fedeli Palazzi e Bulletti; Ballardini in Sardegna ha voluto Regno e Melandri; Pioli ovunque vada, dal Chievo al Palermo al Bologna, ha con sé Morelli, Lucarelli, Osti e Vinti. Mihajlovic invece non molla il fidato Marcolin (Salsano e Nuciari se li è invece portati Mancini al City), mentre chi non bada a spese (tanto paga Moratti) è Claudio Ranieri che viaggia con gruppo di lavoro annesso (Benetti, Damiano, Pellizzaro, Capanna e addirittura Salzarulo come match analyst) e che all’Inter può anche disporre del trio formato da Giuseppe Baresi, Bernazzani e Rapetti. Lo staff tecnico più numeroso al mondo quello di Ranieri, ben otto assistenti con risultati che però vedono l’Inter ali limiti della zona retrocessione e che non giustificano il ricco investimento.
Quindi agli oltre 13 milioni spesi dai club che hanno cambiato mister, vanno aggiunti anche questi “danni collaterali” valutabili in altri 2-3 milioni. E, guarda caso, a comandare questa speciale classifica degli spendaccioni è sempre lui, il mangia allenatori per eccellenza, quel Massimo Cellino che, oltre che suonare la chitarra, ne ha sulla coscienza ben 24 cambiati nel Cagliari, in questo preceduto solo da Maurizio Zamparini: 37 tecnici ruotati tra Venezia e Palermo.
Avevano iniziato proprio Cellino e Zamparini in precampionato a sostituire rispettivamente Donadoni e Pioli (colpevole quest’ultimo dell’eliminazione in Europa League con i due pareggi contro gli svizzeri del Thun). Quindi Ranieri dopo 3 gare ha preso il posto di Gasperini e dopo 5 partite Pioli ha sostituito Bisoli a Bologna. Dopo 9 gare Giampaolo a Cesena ha lasciato la panchina ad Arrigoni mentre, dopo l’11° turno, sono subentrati Ballardini a Ficcadenti a Cagliari e Rossi a Mihajlovic a Firenze.
Domenica sera è toccato a Di Francesco mentre tranquillo in pantofole se ne sta Gigi Delneri, sotto contratto con la Juve fino al 30 giugno 2012: un milione e mezzo di euro che, visti i risultati ottenuti finora dalla banda Conte, Andrea Agnelli e Beppe Marotta sono ben contenti di pagare. A proposito, Rafa Benitez è vicino al Paris St.Germain di Leonardo che ha così liberato Ancelotti per la Roma.

La panchina di Luis Enrique (2,9 milioni lordi in questa stagione e 3,1 per quella successiva) è decisamente a rischio insieme ai suoi collaboratori (Moreno, Fiorente, Cabanellas valgono un milione annuo), mentre Ancelotti e soci (Galbiati eccetera) non stanno sotto i 4,5 milioni annui. Di Benedetto e il dg Baldini continuano a professare fiducia, ma stanno già rifacendo i conti. E Totti se la ride.

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