Diego Pistacchi
Una settimana al giorno della verità. Al momento in cui la maggioranza che governa Genova non potrà più nascondersi sullintitolazione di una strada a Fabrizio Quattrocchi. E anche lopposizione sarà chiamata a dimostrare la sua fermezza di fronte a chi ha già esplicitamente chiarito di considerare il bodyguard genovese ucciso in Irak mentre pronunciava una frase che ha inorgoglito lItalia alla stregua di Carlo Giuliani, morto mentre incappucciato e armato di estintore aggrediva i carabinieri assediati in una jeep.
Un giorno importante, quello di martedì prossimo, quando allordine del giorno del consiglio comunale sarà inserita la mozione di Gianni Bernabò Brea (An) con la quale si discuterà la possibile dedica di uno spazio pubblico cittadino. Un giorno decisivo perché arriverà 24 ore dopo che un piccolo comune ligure, Brugnato, potrebbe aver già deciso di intitolare un ponte a Fabrizio Quattrocchi. E anche perché, nel resto dItalia, anche altre maggioranze di sinistra continuano a fare ciò che i compagni genovesi si rifiutano ostinatamente di fare. È notizia di ieri infatti che anche a Napoli ci sarà via Fabrizio Quattrocchi. Lo ha confermato il sindaco Rosa Russo Jervolino, che ha presentato alla commissione toponomastica la proposta per lintitolazione, «accogliendo il suggerimento pervenuto da parte del consiglio comunale».
Alla Regione Emilia Romagna invece è in discussione la creazione di una borsa di studio dedicata alla memoria del genovese «ucciso dai terroristi iracheni nell'aprile del 2004, simbolo di coerenza suprema, di coraggio, di dignità, e di statura morale». Proprio unidea identica a quella che la Regione Liguria ha avuto il coraggio di bocciare pochi giorni fa. In tutta Italia, durante lo scorso week end, si sono moltiplicati i banchetti di Alleanza nazionale per la raccolta firme a favore della concessione di una medaglia doro alla memoria di Quattrocchi (a Genova anche Forza Italia ha i moduli disponibili nei propri gazebo). A Milano due anarchici hanno persino dato lassalto a un banchetto allestito per la petizione, insultando i passanti che firmavano e calpestando la bandiera tricolore.
Mentre ancora una volta dalla provincia romana, dal Comune di Monterotondo, arriva una forte presa di posizione in favore della dedica di una via al bodyguard genovese.
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