«Quei contratti risalgono ai tempi della sinistra»

(...) quando le case finivano sempre agli amici degli amici, alle amanti. Contratti d’affitto anche trentennali. Nomi e cognomi che l’opposizione dovrebbe conoscere assai bene».
Ma qual è il futuro di questi affittuari che per i milanesi sembrano una corte dei miracoli?
«Li vogliamo buttare fuori. Chiaro? Con Gianni Verga proseguiamo il lavoro fatto prima dagli assessori Antonio Verro, poi da Giancarlo Pagliarini e dal leghista Diego Sanavio. Assessori che hanno rimesso ordine nel caos del Demanio, dove i contratti d’affitto erano fatti con la carta carbone. Contratti messi a punto da una burocrazia che spesso è borderline».
Scusi, De Corato, ma il centrodestra governa Milano dal 1994. Come mai non si è fatta carta straccia di quei contratti, dove c’è chi per l’affaccio sul Duomo spende sì e no trecento euro?
«Non è impresa facile smontare un contratto, anche se quel fitto è davvero ridicolo. Sono contratti, ripeto, frutti di un retaggio politico. Che, nel governo del centrodestra, ha subito un’inversione».
Che vuole dire?
«Che, ad esempio, l’albergo a sette stelle della Galleria non paga l’affitto risibile che la sinistra aveva invece imposto a chi occupava quei locali. E, ancora, abbiamo - grazie a Pagliarini - trasformato in Galleria dei contratti in diritto di concessione e questo ha consentito un notevole incremento dei canoni».
Be’, De Corato, che incrementate se neppure conoscete il patrimonio come sostiene l’opposizione?
«Garantisco che abbiamo consapevolezza delle nostre proprietà, metro quadro per metro quadro. E, assicuro, che i rinnovi saranno salati: o pagano o liberano l’alloggio».
Rigore milanese che, mancherebbe al campo rom di via Triboniano...
«Non scherziamo.

Là non c’è neppure uno-allacciamento-uno abusivo alla rete elettrica, come denunciato dalla Lega. Tutto in regola. Anzi, quelli che non pagano restano senza energia elettrica. E, poi, in Triboniano c’è un controllo 24 ore su 24 che in viale Montenero si scordano».

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