Quei «Serpenti» che continuano a incantare

I bracciali-orologi serpentiformi di Bulgari, caratterizzati da quadranti celati nella testa tempestata o meno di gemme e spire d’oro che si avvolgono intorno al braccio, sono entrati a far parte della storia del gioiello che, a sua volta, si intreccia con quella dell’azienda stessa. I primi esemplari risalenti alla fine degli anni ’40 avevano la forma molto stilizzata. A evocare la testa del serpente, la cassa con il quadrante, generalmente di forma rettangolare o quadrata. Negli anni successivi, grazie all’applicazione della tecnica tubogas per realizzare i bracciali, questo tipo di orologio fu prodotto in versioni sempre più varie e accattivanti, esplorando tutte le forme possibili di casse e quadranti: rotondi, quadrati, ottagonali, a goccia, a cuscino, con o senza lunette in diamanti. La cassa era applicata all’estremità e, a volte, al centro del bracciale in tubogas, il quale venne realizzato anch’esso in tutte le varianti possibili: in acciaio o acciaio brunito o in una combinazione di oro e acciaio.
I movimenti erano sempre di qualità: Audemars Piguet, Jaeger-LeCoultre, Movado e Vacheron Constantin, personalizzati per Bulgari. Negli anni ’60 apparvero i primi modelli in cui il serpente veniva interpretato in modo più realistico e il processo di stilizzazione degli elementi presenti in natura costituì un tema centrale per Bulgari negli anni ’70. Ricordiamo, infatti, che il motivo del serpente, simbolo dell’eterna giovinezza e dell’immortalità, è una presenza costante nella gioielleria, avendo una duplice funzione ornamentale e propiziatoria. In particolare, quando il culto egizio di Iside si diffuse anche nel mondo romano, il simbolismo del serpente, animale sacro alla dea, divenne particolarmente importante e fonte d’ispirazione di molti gioielli, tra cui bracciali in oro con diverse spire squamate e occhi di pasta vitrea o pietre preziose. Nel 2009, in occasione del 125° anniversario, la Casa romana ha reinterpretato la collezione con un linguaggio creativo contemporaneo, sempre, comunque, centrato sulla tecnica tubogas, per riprodurre le spire che richiede moltissime ore di lavoro e prevede che due lunghe fasce di filo metallico siano arrotolate attorno a un cilindro di rame o di legno (poi, disciolto nell’acido), in modo che i bordi si allineino perfettamente a formare una fascia unica composta da spirali arrotondate, senza punti di saldatura.
Quest’anno, la Maison ha voluto aggiungere alla collezione quattro referenze, che alternano l’oro giallo e l’acciaio, con o senza diamanti sulla lunetta (38, equivalenti a 0,29 ct), e con bracciali a una o due spire.

I quadranti sono argenté a finitura guilloché soleil con indici applicati (romani al 6 e al 12, e a barretta), mentre denominatore comune è il cabochon in rubellite rosa sulla corona. Con movimento al quarzo, calibro B033, i prezzi partono dai 4.250 euro.

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