Quei "vip per l’ambiente" mandati da Mora

Il verbale. Ai magistrati che indagavano per Vallettopoli, l’agente delle star riferì di biglietti aerei pagati per compiacere il leader verde

da Roma

Al pm Henry John Woodcock questa storia dei biglietti e dei viaggi «omaggio» per il ministro Alfonso Pecoraro Scanio ha riportato alla mente un prezioso verbale d’interrogatorio dell’inchiesta di Vallettopoli. Quello del manager degli artisti Lele Mora, ascoltato a Potenza il 16 marzo 2007 insieme al gip Alberto Iannuzzi, ascoltato in merito alle sue frequentazioni politiche e ai rapporti personali con i leader di tutti i partiti. In quell’occasione Lele Mora fece riferimento ad un «favore» fatto al rappresentante dei Verdi. E parlò, giust’appunto, di biglietti aerei spesati per far viaggiare due artisti incaricati di parlare «d’ambiente» proprio per conto di Pecoraro.
Parlando delle frequentazioni eccellenti, e un attimo prima di soffermarsi sulla conoscenza dell’ex ministro Clemente Mastella, l’indagato Lele Mora risponde così all’incalzante pm Woodcock: «Noi riceviamo tantissime richieste di cose per la politica, cose che la politica non paga mai, ma per mantenere i rapporti le facciamo. Le facciamo con la Lega, le facciamo con la sinistra. Le facciamo con la destra, con il centro, le facciamo con Pecoraro Scanio quando era... ultimamente... non ultimamente, parlo di tempo fa, quando c’erano le elezioni. Mi ha chiesto per l’ambiente di dargli due artisti che andassero a parlare di ambiente, io li ho mandati e ho pagato il biglietto, per mantenere rapporti di stima, di stima, che è giusto dargli. Credo sia una cosa... normale». Il personaggio dello spettacolo volato da Lele Mora a Pecoraro Scanio, si appurerà poi, era Costantino Vitagliano, l’ex tronista della De Filippi richiestissimo in mezz’Italia, arruolato dai Verdi come testimonial contro gli Ogm.
Sul fronte delle indagini, intanto, le persone coinvolte nell’inchiesta corrono a dichiararsi estranee ai fatti. A cominciare da Marco Pecoraro Scanio, senatore verde, fratello del ministro dell’Ambiente, compartecipe - secondo la procura di Potenza - dell’associazione per delinquere finalizzata a rastrellare gli appalti sulle bonifiche ambientali: «Apprendo dai giornali di un’indagine giudiziaria che riguarderebbe anche la mia persona, senza che abbia ricevuto alcuna comunicazione ufficiale. La notizia mi coglie di sorpresa, mi amareggia, e mi stupisce la facilità con cui “fuggono” informazioni da ambienti dove la riservatezza è d’obbligo. Escludo fin d’ora di aver avuto qualsiasi rapporto di natura affaristica con tutti i soggetti che compaiono nelle cronache giornalistiche».
Si difende anche Mattia Fella, l’amministratore delegato dell’agenzia di viaggi di Perugia «Visetur» indagato per i viaggi di Pecoraro e per i presunti favori ricevuti in cambio. «Fondi e contributi pubblici lasciano tracce nei bilanci, basta verificare quelli della Visetur per accertare che noi non ne abbiamo mai ricevuti così come non abbiamo avuto favori da alcuno. Non ho ricevuto finora alcun atto formale ma sono stato improvvisamente sbattuto in prima pagina e tutto questo sta provocando un danno all’azienda».
Intanto è giallo su una presunta richiesta di provvedimenti cautelari, di sequestri di immobili, ma forse anche arresti.

La richiesta non avrebbe avuto però il visto, obbligatorio dopo la riforma dell’ordinamento giudiziario, da parte del procuratore di Potenza Giancarlo Grippo.
Com’era prevedibile la procura di Roma ha aperto l’ennesima inchiesta sulla fuga di notizie, che porterà dove hanno portato tutte le altre inchieste. Da nessuna parte.

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