Quel comizio improvvisato tra i teen ager

Uscito da un negozio nel centro di Roma, il Cavaliere viene circondato da un gruppo di ragazzi: «Sei forte, vai avanti così»

Fabrizio de Feo

da Roma

C’è il muro della par condicio a limitare la possibilità di dialogo con gli italiani e a impedirgli di sfruttare a pieno il mezzo televisivo. C’è la lettura delle cronache giornalistiche e la visione dei servizi televisivi che raccontano l’operato del governo a regalare al premier brividi di amarezza. C’è il vento della propaganda che soffia tagliente dalle parti del centrosinistra e si insinua nella mente degli italiani, alzando la nebbia sulle tante riforme messe a segno dall’esecutivo. E allora, per aggirare gli ostacoli e spazzare via i lacci e lacciuoli disseminati sul suo cammino, Silvio Berlusconi passa al «marketing diretto» e decide di dialogare con la gente senza mediazioni, sfruttando quella comunicativa e quell’istintività che è uno dei pezzi forti del suo repertorio.
L’improvvisato bagno di folla avviene nei pressi di Palazzo Grazioli, residenza romana del premier. Berlusconi è reduce da una visita al ministero della Difesa dove ha salutato in collegamento video i soldati italiani impegnati nel mondo. Natale, però, è vicino e così il presidente del Consiglio decide di ritagliarsi un po’ di spazio per se stesso e ammirare qualche vetrina. Questa volta niente via dei Coronari, la meta preferita delle sue passeggiate, e nessuna visita alla ricerca di antiquari. Solo qualche minuto per completare gli ultimi regali.
Berlusconi passeggia ed entra in una boutique di ceramiche nel centro della capitale dove discute a lungo con la proprietaria. Poi il presidente del Consiglio esce dal negozio e trova ad attenderlo un gruppo di ragazzi, molti dei quali non ancora maggiorenni. Il Cavaliere non resiste al suo istinto e inizia a stringere mani e a scherzare con i più giovani che lo circondano. Alcuni lo incitano ad andare avanti, molti gli gridano: «Sei forte». Ma nel gruppo ci sono anche due ragazzine - di un’età compresa fra i quattordici e i sedici anni - che evidentemente non la pensano come gli altri. Il premier e una delle due studentesse iniziano a parlare. È lo stesso Berlusconi che inizia a scherzare con la sciarpa della ragazzina. Ma la conversazione scivola subito sul terreno della politica e il premier comincia ad elencare le cose fatte dal governo: «Abbiamo abolito il servizio militare obbligatorio e tu - dice rivolgendosi ad un ragazzo - non riceverai la cartolina di leva, come invece successe a me». Ma non solo. «Abbiamo riformato la scuola e l’università - ricorda ancora il presidente del Consiglio - dato incentivi per l’acquisto di personal computer, introdotto un bonus per chi si sposa e vuole aver figli, incentivi per la casa». La ragazza continua a non sembrare convinta e, per nulla intimidita, risponde prontamente al premier: «Ma scusi, le cose non vanno così bene, la gente non ce la fa ad andare avanti. Lei è un multimiliardario che vive fuori dalla realtà». «Ma questo non c’entra...», replica Berlusconi, un po’ stupito dell’audacia della ragazzina ma senza mai perdere il sorriso. «Tu dimentichi - prosegue il premier - che abbiamo aumentato le pensioni minime a un milione al mese ad oltre un milione di pensionati di cui la sinistra si era completamente dimenticata». Ma la giovane non demorde e sottolinea che «molti italiani non riescono ad arrivare a fine mese». «Ma allora prendetevela con Prodi - risponde Berlusconi - che ha introdotto l’euro a un tasso di cambio così sfavorevole». «Ma non è solo colpa dell’euro, è l’economia che non va», interviene una seconda ragazzina cercando di dar manforte all’amica. «Guarda - replica il premier - mi dispiace, ma siete di un’ignoranza abissale perché parlate senza conoscere le cose. Vedete bene le cose come stanno».


Il dibattito si chiude così: Berlusconi saluta con un sorriso ancora più largo e si allontana verso l’auto che lo attende, accompagnato dalla scorta e dai giornalisti presenti al colloquio. Anche le due ragazze salutano in modo affettuoso il premier. Gli altri, in coro, gli gridano «Silvio, non mollare».

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