Quell’area delle Acciaierie occupata dai container

Storia lunga, fin troppo, quella della collina degli Erzelli che ospita da anni pile su pile di contenitori. Hanno mugugnato i cittadini genovesi, poi anche molti amministratori pubblici, di fronte a quel singolare benvenuto ai turisti che percorrono l’autostrada o scrutano il panorama dall’aereo in fase di atterraggio. Aveva tentato di risolvere la situazione l’allora «Ponente Sviluppo», nel tentativo di acquisire l’area e riconvertirla sfrattando i container. Correva l’anno 1998. Poi però la società comunale, a corto di soldi, s’era fatta bruciare l’affare dal vispo imprenditore Aldo Spinelli - all’epoca consigliere comunale in quota repubblicani-socialisti, all’interno della maggioranza di centrosinistra - disposto a pagare 8 miliardi di lire. Il seguito è cosa recente: la collina è stata destinata a sede del villaggio tecnologico disegnato da Renzo Piano, e Spinelli l’ha ceduta alla città per 35 milioni (di euro), pronto a liberare gli spazi dai cassoni e trasferirli in altra sede. La Società Cornigliano (Regione, Provincia e Comune) ha messo prontamente a disposizione l’area dismessa - 140mila metri quadrati - delle Acciaierie che è stata ceduta a Spinelli con regolare contratto di affitto e obbligo di lasciarla a scadenza, con tanto di penali in caso di inadempienza.
Ma l’operazione non piace al vicepresidente del consiglio comunale Alberto Gagliardi, Forza Italia, che eccepisce: «La parziale, peraltro insufficiente, eliminazione degli impianti siderurgici dalle aree a mare di Cornigliano è stata esaltata dagli amministratori della città come decisione strategica per il riscatto complessivo della delegazione di Ponente. In questo quadro, appare almeno sorprendente che il primo atto pubblico del dopo acciaio sia quello di concedere senza gara a un imprenditore privato aree pregiate, ricavate dalla dismissione, per semplice deposito di container traslocati dagli Erzelli, quando molte altre aziende avrebbero potuto fare analoga richiesta per poter usufruire di quelle aree». Nel frattempo, ricorda sempre Gagliardi, «quattro aziende genovesi anch'esse “sfrattate“ dagli Erzelli hanno fatto ricorso al Tar contro il contratto in questione, chiedendone l'annullamento perché, fra l'altro, violerebbe le leggi nazionali e comunitarie sulla libera concorrenza».

Hanno sollevato il problema anche l’onorevole Aleandro Longhi, alla Camera, e il consigliere Tirreno Bianchi, in Regione, che pretendono la più ampia chiarezza e trasparenza su tutti i termini del contratto. Per tutto questo, dunque, Gagliardi chiede al sindaco Marta Vincenzi di «conoscere quali iniziative intenda assumere sull'intera questione».

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