Quell’incontro immaginario tra i grandi Carver e Hopper

Inventare un brandello di passato di autori che amiamo e che sono ormai ombre dà la sensazione di poterli conoscere ancora più intimamente. Perciò l'ultimo libro di Aldo Nove, Si parla troppo di silenzio. Un incontro immaginario tra Edward Hopper e Raymond Carver (Skira Editore), è esercizio tanto più riuscito quanto più non si etichetta né come narrativa né come saggistica, ma come un'avventura della mente in un territorio vergine del tempo. Il pittore e lo scrittore americani si confrontano, grazie a Nove, in un dialogo - che sarebbe potuto avvenire nel 1958 a Paradise, California, dove entrambi erano in vacanza - sul senso stesso della loro arte: come vediamo le cose? Come siamo arrivati fino a qui, ai nostri paesaggi interiori e al nostro modo di esprimerli? Che cos'è la realtà e cos'è il realismo? Ce n'è per tutti, anche per chi non conosce né Hopper - però ha senz'altro visto almeno un poster della sua opera più famosa, Nighthawks (1942) - né Carver - però ha magari letto un racconto della sua raccolta più famosa, Cattedrale (1983) - e vuole avvicinarsi alle loro biografie.

Lieve ed elegante, ma non per questo meno appassionato, il libro di Aldo Nove viene presentato stasera dall'autore, con Luca Doninelli e Tommaso Labranca a Palazzo Reale (Sala Otto Colonne, ore 18,30). Proprio accanto alla grande mostra di Edward Hopper, alla quale i visitatori potranno accedere dopo l'incontro a un prezzo speciale.

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